storia milan

 

Limone al veleno

 

Vincere col trucco. Anche la storia sembra indicare il marchio indelebile del dna nerazzurro

 

Campionato 1957-58, è l'anno della Juventus vincitrice dello scudetto a 51 punti alla fine di una fantastica galoppata, la squadra dei Sivori, dei Charles e dei Boniperti.
Inter e Milan vivacchiano a metà classifica senza particolari emozioni. Ma arriva il derby, la stracittadina è una gara diversa dalle altre con un clima come sempre incandescente.

L'Inter va in vantaggio nel primo tempo grazie a un rigore concesso da Concetto Lo Bello per un fallo su Lorenzi.
Con l'1-0 a favore i neroazzurri si chiudono in difesa, il Milan cerca di raddrizzare il risultato. Si arriva alla ripresa all'episodio che per anni continuerà a fare discutere.

Lo Bello fischia un rigore in favore del Milan. Inizia la kermesse delle proteste, nel frattempo Lorenzi detto “veleno”, ne approfitta per ristorarsi un po', beve un po' d'acqua e gli lanciano mezzo limone per dissetarsi. Nel frattempo attorno a Lo Bello c'è ancora confusione. Il pallone era già sul dischetto. Lorenzi approfitta della baraonda e infila quel mezzo limone sotto la sfera, in direzione della porta.

Cucchiaroni, l'uomo incaricato di calciare il rigore non se ne accorse. Andò sul dischetto per sistemare il pallone ma non vide quel mezzo limone, nonostante le grida del pubblico. I Milanisti infatti gridavano verso Cucchiaroni: Tino, occhio al limone! Ma lui non sentì.
Prese la rincorsa, calciò e il pallone finì in tribuna, alto sopra la traversa.

Lorenzi fece una piccola sceneggiata, corse verso Ghezzi per abbracciarlo e di corsa diede un calcio a quella buccia. Lo Bello non se ne accorse così l'Inter si aggiudicò il derby.
Terminata la gara scoppio un pandemonio. Giocatori, allenatore e dirigenti del Milan erano inferociti, Lorenzi riuscì a defilarsi. E' il derby del 57-58 sarà ricordato come il Limone al Veleno.

 

 

 

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