Montella

 

Montella: è l'uomo giusto per il nuovo Milan?

 

Sarà importante che il tecnico milanista dimostri una maggiore duttilità tattica, deviando ogni tanto dal 4-3-3 che è il sistema che rimarrà, comunque, quello di base

 

Domanda a bruciapelo: ma Vincenzo Montella è l'allenatore giusto per il nuovo Milan che si va formando? Va dato atto al nuovo AD Marco Fassone, a nome della nuova proprietà, che fin dal giorno dell'inserimento ha pubblicamente annunciato che Montella sarebbe stato il tecnico a cui affidare la guida del Milan, sgombrando da subito ogni possibile voce su possibili cambi di scenario (vedi Mancini), proposito poi confermato dal prolungamento del contratto del tecnico campano fino al 2019. La nuova gestione societaria aveva preso la sua decisione prima ancora del closing, sulla base di quello che Montella aveva fatto al Milan nel corso della sua prima stagione. 

Innanzitutto Montella meritava la conferma per i risultati ottenuti: Milan che finalmente tornava in Europa dopo tre stagioni di esilio (l'ultimo che ci era riuscito era stato Allegri) e vittoria del 29mo trofeo dell'era Berlusconi conquistato meritatamente contro la Juventus che da anni (almeno in Italia) cannibalizza ogni trofeo disputato. Già questo, insieme ad un girone di andata da 39 punti in campionato, poteva bastare, anche se la squadra nel girone di ritorno aveva conosciuto una flessione evidente principalmente da imputare ad infortuni prolungati che ci avevano privato di uomini importanti come Bonaventura ed Abate. Ma Montella si è guadagnato la fiducia anche per altro, che va al di là dei risultati. È piaciuta la capacità di creare un vero gruppo, che si è scrollato di dosso le paure del passato, ed ha acquisito una identità ben precisa ed una mentalità vincente. Un gruppo che, finché ne ha avuta, non si piegava di fronte alle prime difficoltà ed anzi non si è mai arreso di fronte a nessun avversario anche quando gli svantaggi sembravano irrecuperabili.

Non tralasciamo che la squadra per larghi tratti ha giocato anche un buon calcio, compatibilmente con la qualità dei giocatori in rosa. Infine, la grande capacità di Montella di lavorare coi giovani, dote non secondaria, visto che il duo Mirabelli/Fassone sta costruendo una squadra che deve puntare ai primi quattro posti in classifica, ma la cui ossatura è formata da giocatori di giovane età (i più anziani dei nuovi arrivi destinati all'indice titolare per ora sono Ricardo Rodriguez e Musacchio di anni 26). Montella è uno degli allenatori più bravi della nostra serie A, ed inoltre è una scelta corretta dare continuità ad un lavoro già intrapreso l'anno scorso, evitando di dover cominciare di nuovo tutto daccapo con un nuovo allenatore ed un nuovo staff.

Sarà importante che il tecnico milanista dimostri anche una maggiore duttilità tattica, deviando ogni tanto dal 4-3-3 che è il sistema che rimarrà, comunque, quello di base. Ma gli acquisti che il Milan sta facendo, d'accordo col suo allenatore, offrono, per caratteristiche tecniche, la possibilità di variare modulo quando necessario. Infine una notazione: nonostante la sua giovane età, Montella ha anche l'esperienza per affrontare col Milan una stagione che prevede il doppio impegno settimanale: nella sua esperienza fiorentina, in due stagioni ha guidato i viola fino agli ottavi di finale il primo anno (eliminato dalla Juventus) ed alle semifinali nel 2015 (eliminato dal Siviglia). Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per fare bene.

 

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