Ma Costacurta & C. a cosa sono serviti?
Il dopo Tavecchio doveva ribaltare il calcio italiano, ed invece siamo qui a rimpiangerlo
Vuoi vedere che ancora una volta è stata tutta una farsa e, di fatto, non è cambiato proprio niente?
Quante belle parole dal giorno della nomina del Commissario Straordinario della Federazione Italiana Gioco Calcio Roberto Fabbricini e dei suoi subcommissari Billy Costacurta e Angelo Clarizia al posto del dimissionato Tavecchio, reo di essere a capo del calcio italiano che ha clamorosamente mancato la qualificazione ad una fase finale dei mondiali dopo oltre 50 anni.
Una debacle, frutto di una serie di scelte sbagliate, in primis quella della scelta del CT Ventura. Anche se il flop azzurro non è che la punta dell’iceberg di una serie di problemi strutturali che stanno affondando il calcio italiano.
Eravamo tutti d’accordo sulla necessità che Tavecchio se ne andasse, anche se bisognava dargli atto di alcune scelte che invece avevano fatto bene al calcio italiano (l’introduzione della Var su tutte).
Via, cambiamo tutto, rimbocchiamoci le maniche, riformiamo tutto, a partire dai campionati, facciamo largo a personaggi di questo mondo (ex giocatori) che prendano il posto di quei parrucconi politicizzati che hanno come unico scopo quello di sedersi su certe poltrone.
E così Malagò nomina un Commissario (da 40 anni dirigente Coni) e due vice, di cui uno ex calciatore a cui viene demandata la parte tecnica e sportiva.
Fiumi di parole, di bei propositi, di proclami.
In attesa di arrivare a nuove elezioni si dovevano fare scelte importanti (la nomina del nuovo CT) e prendere iniziative per rilanciare i settori giovanili, qualcosa per favorire tutto il movimento dalle basi e che avesse poi i suoi riflessi sui grandi.
Risultato di tutta questa attività? La scelta di un CT (Mancini) attraverso un casting che spesso ha rasentato il ridicolo, con la chiara sensazione che a Mancini si sia arrivati solo perché Ancelotti all’ultimo momento ha deciso di declinare l’invito.
E la riforma che prevede la istituzione delle seconde squadre per i club di A? Per molti degli addetti ai lavori era la panacea di molti (non proprio tutti) mali ed allora tutti pronti a lavorare sul progetto. Ma la riforma (che prevede la partecipazione al campionato di Lega Pro) è stata disegnata così bene che alla fine della fiera un solo club di A (uno solo), la Juventus, ha deciso di iscriversi al campionato.
Il Milan di Fassone e Mirabelli ci avevano pensato, ma il passaggio di proprietà ha fatto cambiare idea, anche perché il problema dei costi non è indifferente. E così c’è qualcuno (De Laurentiis) che ha pensato bene di non creare la seconda squadra del Napoli, ma di comprarsene addirittura una nuova (il Bari) che gioca in D (asta a cui avevano partecipato anche Preziosi e Lotito).
Insomma, un vero e proprio flop. Quindi?
Il rilancio del calcio?
Macché, siamo addirittura arrivati a dover rimpiangere la presidenza Tavecchio.
Tuttavia le parti in causa hanno deciso di non demordere, ed al cambiamento ci credono davvero.
Ed ecco che hanno deciso che il prossimo (e forse unico) candidato alle elezioni presidenziali sarà Giancarlo Abete.
Chi? Abete?...Ma mica sarà quell’Abete là? Sì, proprio lui in persona. Sarebbe perfetto per la riproposizione del remake del Gattopardo.
Meno male che forse le norme federali gli impediranno di ricandidarsi (per numero di mandati).
Comunque sia la sostanza non cambia.
Qua di cambiare e rilanciare il calcio italiano non frega un cazzo a nessuno!