Su Conte tante riserve
Nel giro di valzer a restare a piedi è stato l’italiano Conte. È solo un caso?
È stato un po’ come il gioco della sedia: quando la musica si ferma tutti devono correre ad occupare la sedia libera, ed alla fine uno di loro resta fregato ed in piedi.
A questo giro a piedi (o a casa) è rimasto Antonio Conte. Certo parlare di fregatura per uno che ha appena incassato dal Chelsea una liquidazione di 10 milioni di euro sembra fuori luogo, tuttavia a certi livelli non è una bestemmia dire che i soldi sono l’ultima cosa a contare.
Non sarà l’anno sabbatico ad impedire a Conte di rientrare presto nel grande giro, ma sicuramente qualche considerazione il caso Conte la merita.
Tra le grandi squadre hanno cambiato panchina il Real Madrid, l’Arsenal, il Bayern Monaco, il PSG, il Dortmund ed in Italia il Napoli, un giro di valzer con pochi precedenti. Eppure nessuno ha scelto Antonio Conte. Perché?
Sicuramente non per una questione di ingaggio, visto che di top club stiamo parlando. Conte è un bravo allenatore, ma forse la considerazione di cui gode è un pochino eccessiva.
Carattere e personalità i suoi punti di forza, la capacità di tirare fuori il meglio da quasi tutti i giocatori a disposizione un marchio di fabbrica.
Conte però sembra uno più tagliato per le lunghe corse a tappe, non certamente un tecnico da grandi classiche.
Riguardando velocemente la sua carriera europea possiamo notare che una volta su 3 non ha superato i gironi della fase finale di Champions, e che nella massima competizione europea ha superato una sola volta un turno ad eliminazione diretta (contro il modesto Celtic). L’eliminazione diretta non è proprio il suo forte.
Nelle grandi competizioni ha superato solo 2 volte un turno (una con la Juve, appunto, ed una con la Nazionale agli ottavi degli Europei contro la Spagna). Per il resto contiamo anche una eliminazione in semifinale di Europa League in cui era stra-favorito (la finale si giocava allo Juventus Stadium).
Insomma, parliamoci chiaro, le squadre summenzionate non hanno bisogno di un tecnico per sbrigare la formalità della vittoria del proprio campionato di appartenenza, quelle squadre hanno bisogno di qualcuno che li conduca a vincere la Champions.
Aggiungiamoci che Conte non ha un bel carattere, ha molte pretese, si lamenta del brodo grasso (accusare la dirigenza del Chelsea di non avergli fatto una squadra competitiva dopo che gli hanno speso quasi 500 milioni in due anni è una eresia) e non conosce la diplomazia che è necessaria per sedersi sulla panchina di certi clubs (a maggior ragione facendo il manager in Premier).
Insomma, non è certo uno che si fa amare, amando anche la polemica spinta e la rissa verbale con gli avversari (ricordate con Mou? E col Milan, definendoci la mafia del calcio?).
Ricordiamoci sempre e comunque che nella scelta di un allenatore conta il profilo nel suo complesso. E probabilmente sul Conte allenatore a livello internazionale ci sono ancora molte riserve.