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Cassano: La parabola di un talento

 

Da quel gol col suo Bari contro l’Inter decisivo per la vittoria finale (2-1) in un dicembre di quasi 20 anni fa ne è passato di tempo, di maglie vestite, di occasioni mancate, di “cassanate”, di dichiarazioni fuori luogo.

 

Nel calcio italiano degli ultimi 15 anni quando si pensa ad un giocatore con tanto talento sprecato il primo nome che viene in mente è Antonio Cassano, inevitabilmente è così: coi piedi ci sapeva fare eccome, ma quest’ultimi spesso non erano coordinati con la testa.

Dopo l’esplosione al Bari, la squadra della sua città, passò nell’estate del 2001 alla Roma allenata allora da Fabio Capello in quello che doveva essere il suo definitivo trampolino di lancio conclusosi nel peggiore di modi, ceduto nel gennaio del 2006 per l’irrisoria cifra di 5milioni € quasi per disperazione dopo il rifiuto a un rinnovo di contratto e battibecchi con gli allenatori. A dire il vero l’esperienza nella Capitale era iniziata alla grande, formando con Totti una delle coppie più forti della Serie A di quegli anni culminando coi 14 gol in campionato nella stagione 2003/2004 che vide i giallorossi classificarsi al secondo posto dietro il Milan di Ancelotti.

L’occasione della carriera di Fantantonio si presentò nel 2006 con la cessione dalla Roma al Real Madrid, non andando però come auspicato. E’ rimasta nell’immaginario degli appassionati di calcio la sua storica presentazione al Bernabeu con indosso una giacca a collo di pelo tutt’altro che sobria, attirando le ironie della stampa spagnola e non solo, che durante la sua militanza spagnola lo ribattezzò “El Gordito” per via di una forma fisica poco invidiabile per distinguerlo da “Gordo”, soprannome attribuito a Ronaldo il Fenomeno. Nei primi 6 mesi nella Capitale iberica Cassano vide poco il campo e le cose non migliorarono con l’avvento di Fabio Capello sulla panchina dei Blancos nell’estate del 2006, che addirittura lo mise fuori squadra per un certo periodo; Fantantonio giocò a malapena 7 partite in Liga in quella stagione non risultando decisivo per il successo della sua squadra, tornata ad essere Campione di Spagna dopo 4 anni di digiuno.

L’esperienza fallimentare in Spagna riaprì al Pibe di Bari Vecchia (soprannome coniato ai tempi di Roma) le porte a un ritorno in Italia, precisamente alla Sampdoria dove visse il momento più felice nella sua carriera professionale e della sua vita, incontrando quella che sarebbe diventata sua moglie, Carolina Marcialis. Nelle Genova blucerchiata Cassano giocò 3 anni contribuendo al raggiungimento del 4°posto nella stagione 2009/2010, valido per i preliminari di Champions League poi non superati dalla formazione genovese.

La sua parentesi alla Sampdoria si concluse ancora una volta nel peggiore dei modi, messo fuori rosa nell’ottobre 2010 dopo aver rivolto epiteti poco carini nei confronti dell’allora presidente Riccardo Garrone, ma nonostante un’altra esperienza finita burrascosamente il destino consegnò a Fantantonio l’ennesima occasione, probabilmente la seconda della vita dopo quella al Real Madrid quando nel gennaio del 2011 per lui si aprirono le porte del Milan. Nei primi sei mesi a Milano contribuì in maniera importante al trionfo nel campionato, permettendo ai rossoneri di tornare a cucire lo scudetto sul petto dopo 7 anni di assenza interrompendo il dominio dell’Inter che durava da 4 stagioni. Tutto girava alla perfezione per Antonio, la stagione 2011/2012 iniziò alla grande, ma a fine ottobre al ritorno dalla trasferta di Roma contro i giallorossi furono riscontrati problemi al cuore costringendolo ad abbandonare i campi di gioco per un periodo. Nonostante questo grave problema di salute Cassano riuscì a rientrare in tempo per la fine della stagione, ma non bastò al Milan per vincere il suo secondo scudetto consecutivo dovendosi arrendere alla Juventus di Antonio Conte.

Nell’estate 2012 dopo un frattura nel rapporto con Galliani, Cassano lasciò il Milan per trasferirsi dall’altra parte del Naviglio con Pazzini, suo compagno di squadra ai tempi della Sampdoria, che fece il percorso opposto. All’Inter giocò una sola stagione non lasciando il segno e l’arrivo di Mazzarri sulla panchina nerazzurra lo costrinse nuovamente a cambiare aria, stavolta nuovamente in provincia (Parma) dove visse una seconda giovinezza contribuendo sensibilmente alle fortune dei Ducali nella stagione 2013/2014 col 6°posto in classifica. L’Europa conquistata sul campo fu tolta alla formazione emiliana a beneficio del Torino a causa delle note vicissitudini che portarono al fallimento del Parma nel 2015.

Dopo aver lasciato l’Emilia Fantantonio ritornò in quella Genova che tante soddisfazioni gli aveva dato non riuscendo però a ripetere le gesta della prima esperienza.

 

Ora Cassano è in cerca di una squadra in Serie A, sembrano essere interessate a lui il Crotone e il neopromosso Verona, non disdegnando anche un’esperienza in Serie B, magari alla Virtus Entella ,formazione che rappresenta da qualche anno in cadetteria il piccolo comune di Chiavari non lontano da quella Genova che lo ha reso tanto felice.

Negli ultimi giorni l’ex giocatore del Milan è tornato alla ribalta con dichiarazioni nelle quali consiglia a Donnarumma di restare al Milan ancora per qualche anno, parole che stridono con le frasi pronunciate qualche settimana fa nel programma “Tiki Taka” presentato dal suo amico Pierluigi Pardo quando definì il Milan “una squadra di scappati di casi”.

A Cassano auguriamo presto di trovare una squadra dove possa dimostrare per il finire di carriera tutto il suo talento e auspichiamo che possa parlare di Milan il meno possibile perché nella sua storia da calciatore ha dimostrato di saperci fare decisamente più col pallone tra i piedi che con le parole.

 

 

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