Ancelotti

 

Carletto CT, la scelta migliore per l’Italia

 

Basta con allenatori bravi ma inadatti a ricoprire un ruolo così particolare

 

 

Accelerata nella scelta del prossimo CT della nazionale italiana di calcio, e la soluzione ha sorpreso un po’ tutti. Carlo Ancelotti sembra ad un passo dalla panchina azzurra, sbaragliando la concorrenza di Ranieri ma, soprattutto, di Roberto Mancini. L’attuale allenatore dello Zenit sembrava in netto vantaggio su tutti, e si era anche esposto con qualche dichiarazione pubblica, a difenda degli altri candidati che avevano tenuto un profilo più basso. Ancelotti sembrava maggiormente attratto dalla possibilità di allenare una squadra di club, e gli indizi portavano all’Arsenal che proprio l’altro giorno ha ufficializzato il divorzio da Wenger. Ma tra un club che difficilmente può ambire ad inserirsi nelle posizioni di vertice della Premier e la possibilità di diventare il selezionatore azzurro sembra che abbia prevalso quest’ultima opzione. Del resto, dopo aver allenato i più grandi e prestigiosi clubs europei (Juve, Milan, Chelsea, PSG, Real Madrid e Bayern Monaco), l’approdo sulla panchina della nazionale del suo paese sembra la scelta più logica e naturale. Sono ormai pochissimi i club di prestigio che possono “allettare” un tecnico come Ancelotti, mentre per le possibili scelte di “cuore” (come Roma e Milan) c’è ancora tempo. Adesso niente di meglio che allenare l’Italia.

E la scelta sarebbe la migliore possibile anche per la nostra Federazione. Le profonde ferite lasciate dalle recenti delusioni hanno bisogno di una svolta importante, di un condottiero competente, prestigioso, vincente e dal grande carisma. Abbiamo bisogno di uno dei migliori rappresentanti del nostro calcio per provare una risalita complicata, dovuta anche ad una crisi generazionale che ha un po’ abbassato il livello tecnico del nostro calcio. I giovani ed i buoni giocatori non mancano (magari non per vincere ma per accedere alle fasi finali dei grandi tornei sì però), ma serve chi abbia l’esperienza, le capacità e la personalità per plasmare il gruppo, dargli una identità e, soprattutto, una mentalità vincente.

La scelta del CT non servirà a risolvere i mali del calcio italiano (per cui saranno necessarie grandi riforme strutturali), ma comunque sarà un passo importante per cercare di ridare un po’ di dignità ad un movimento che ormai da più di dieci anni raccoglie umiliazioni nei più prestigiosi tornei mondiali (uniche eccezioni la finale Europea del 2012 contro la Spagna ed un dignitoso quarto in quelli del 2016). Basta allenatori alla Ventura (bravi ma non adatti a fare il CT di una nazionale), abbiamo bisogno di un allenatore che rappresenti il meglio del nostro calcio, e Carlo Ancelotti lo è. Solo in caso di sua rinuncia diventerebbe spendibile il nome di Mancini, ma la priorità va data assolutamente al tecnico di Reggiolo. Il rilancio della nostra nazionale deve passare dal meglio, da chi ha già vinto tutto in giro per il mondo e che può mettere la sua enorme esperienza a disposizione di un gruppo che ultimamente ha completamente smarrito la bussola.

 

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