C'è chi dice no

Nell' ovvietà del calcio moderno fatto solo di opportunismo, Simone Verdi irrompe con una scelta che farà scuola.

"C'è chi dice no", cantava il mitico Vasco Rossi in uno dei suoi pezzi più famosi (targato 1987). E questa frase si sposa bene con quello che Simone Verdi, giovane attaccante del Bologna cresciuto nelle giovanili del Milan, ha combinato nelle ultime ore. Eh si perchè la scelta di Simone Verdi di rimanere a Bologna fino a Giugno, rifiutando la ricca offerta di Sarri e del Napoli, deve far riflettere un mondo in cui, questo tipo scelta, viene vista più come un eccezione; ma in realtà dovrebbe essere una regola.

Perchè qui, almeno chi vi scrive, non ha mai pensato ad iniziare a gridare al "ecco una nuova bandiera per il calcio italiano"; non è questo il punto. C'è una linea, sottile e quasi impercettibile, nella quale il ragionamento che vige sovrano è una consapevolezza da parte del giocatore di vedere solo e soltanto Bologna, almeno fino a Giugno, come unica via per completare un percorso di crescita che specialmente negli ultimi sei mesi, ha visto il giovane Simone, sempre più protagonista in Serie A. Infatti, la scelta di Verdi va vista semplicemente come una scelta consapevole di un ragazzo che ha deciso in prima persona il proprio prossimo futuro, in autonomia e senza le ingerenze esterne di procuratori e affini, allo scopo di fare solo il suo bene personale; aspetto più unico che raro al giorno d'oggi, considerando soprattutto le condizioni etiche e morali disastrose, in cui versa il sistema calcio ormai da anni. Simone Verdi è un raggio di sole che squarcia le nubi. Perchè qui nessuno pensa che Verdi possa rimanere a vita a Bologna, ma semplicemente Verdi, nella sua voglia di autodeterminazione, ha deciso in prima persona cosa era più giusto per lui al momento, prima di tutto come uomo e poi come calciatore.

E questo, a mio modo di valere, vale molto più che un ipotetico scudetto vinto a Napoli.