el shaarawy

 

Cresciuto ma col solito punto debole

 

El Shaarawy e la continuità: due cose che non si incontrano mai

 

 

Giustamente esaltato e portato in trionfo dopo la bellissima doppietta in Champions contro il Chelsea di Antonio Conte che ha dato seguito ad un inizio molto incoraggiante di stagione, Stephan El Shaarawy ha fatto risorgere per l'ennesima volta nell'ambiente del tifo rossonero il dubbio che possa essere stato scaricato troppo presto.
Il Milan è rimasto scottato parecchie volte da questo tipo di situazione, basta vedere quello che "socialmente" si è scatenato all'idea di rivedere Pierre Emerik Aubameyang in rossonero dopo essere stato quasi regalato, e chi se ne frega se al Borussia Dortmund la società avrebbe dovuto staccargli un assegno pesantissimo.
Vedovismo quindi, che ultimanente è diventato il nostro sport preferito. Restando ancora in tema Borussia, non è così difficile neanche trovare qualcuno che rimpiange addirittura Sokratis Papastathopulos. Ho detto tutto.

Con El Shaarawy però c'è da dire che il caso è un pò diverso. Nella stagione 2012/2013 è stato il salvagente per un intero girone d'andata, segnando gol anche impossibili, vedi Napoli e Udine, che hanno portato punti decisivi per il terzo posto conquistato a Siena all'ultimo secondo di campionato. Ci sembrava di aver trovato un nuovo idolo, un nuovo fuoriclasse, il nome nuovo su cui costruire una rinascita. Ed invece quel girone d'andata è rimasto il periodo in cui l'italo-egiziano ha mostrato più continuità.
Da quel momento in poi è stato una costante delusione. Il Milan ha provato a recuperarlo ma ha deciso giustamente di liberarsene il prima possibile anche per situazioni extra-calcistiche che sono il suo limite. Disastroso al Monaco, dove addirittura prefarivano giocare in dieci pur di fargli accumulare la presenza che avrebbe portato l'obbligo di riscatto è approdato alla Roma dove comuque non può essere denominato indispensabile.

I due gol al Chelsea fanno sicuramente curriculum e sono ulteriore testimonianza delle sua qualità tecniche che nessuno ha mai messo in dubbio, ci mancherebbe. Ma se andiamo a valutare la statistica delle presenze associato ad una continuità di prestazioni ci accorgeremo che la continuità necessaria per esplodere definitivamente come giocatore non l'ha per nulla trovata, e non credo ci riuscirà mai.
Né Spalletti né tantomeno Di Francesco lo hanno mai considerato un titolarissimo e un insostituibile. Quest'ultimo sicuramente si sta mostrando molto capace nel gestirlo, nel capire quando è l'occasione giusta per farlo esprimere al meglio ma se Diego Perotti rimane rimane la prima scelta del tecnico pescarese è perchè sa benissimo che nonostante sia maturato di più come calciatore e come uomo rispetto a qualche stagione fa, aspettarsi una continuità di prestazione da El Shaarawy significa volere la luna nel pozzo. Come tra l'altro anche Ventura, eventualmente l'Italia si qualificasse per i Mondiali, non credo proprio gli garantirà il posto da titolare.

 

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