thohir

 

Ci siamo tutti?

 

Adesso ci sono proprio tutti, non dovrebbe mancare più nessuno. Adesso che anche Erik Thohir ha detto la sua sul mercato del Milan l'elenco è veramente completo, a meno che a qualcuno non interessi anche il parere del magazziniere o della telefonista della sede di Corso Vittorio Emanuele II.

 

Naturalmente anche il parere del presidente Tohir ha seguito il solito cliché, e cioè "che l'Inter ha una strategia diversa da quella del Milan. Spendere tanto non garantisce lo scudetto, ma si vede che il Milan non credeva nella sua squadra come invece fa l'Inter. E poi il Milan ha una nuova proprietà che vuole rifare la squadra, mentre l'Inter sia con me che con Suning ha comprato molti giocatori negli anni scorsi".

Insomma, siamo in linea con quanto detto nell'ordine da Ausilio (che dopo l'avvento di Sabatini non si capisce più che ruolo abbia nell'Inter), da Spalletti, da Sabatini, da Moratti e da Icardi. Tutti hanno dato il loro parere, non manca nessuno. Non c'è dubbio, si tratta di un copione deciso a tavolino per calmierare i propri tifosi, delusi dal fatto che delle ambiziosissime aspettative sbandierate finora non se ne è concretizzata neanche una. Non è semplice passare da Di Maria, Nainggolan e Vidal a Skriniar, Borja Valero e Vecino, mentre i cugini rossoneri in un mese acquistano 10 giocatori (tra cui anche Bonucci) mettendo sul piatto circa 200 milioni di euro (e non è ancora finita). È necessario, quindi, mettere in pratica la parabola della volpe e dell'uva, sostenendo a viva forza che l'Inter non ha bisogno di fare come il Milan....perché loro sono "appostocosì". Che poi bisogna anche capire da dove provenga questa prosopopea per cui l'Inter, a differenza del Milan, abbia bisogno di pochi ritocchi perché la squadra c'è. Adesso, è vero che l'Inter della scorsa stagione, secondo me, aveva una squadra superiore al Milan, ma forse qualcuno al di là del Naviglio si è scordato che i nerazzurri sono finiti alle spalle della squadra di Montella. Giusto per ricordarlo! Insomma, sicuramente una fetta di responsabilità ce l'hanno i giornalisti che ad ogni intervista sottopongono agli interisti la fatidica domanda sul mercato del Milan, ma noi ci saremmo un attimino rotto i coglioni di dover giornalmente ascoltare i loro pareri, i loro confronti o le loro lezioni di vita e di successo (dal "non si fanno le cose buone con la frenesia" di Ausilio al "i soldi spesi non garantiscono la vittoria dello scudetto" di Thohir), visto che poi in realtà, visti i risultati, non avrebbero niente da insegnare a nessuno. Dai tesserati di una società ci si può (e si deve) aspettare anche la capacità di saper non rispondere alle domande "insidiose" e di fare i diplomatici. Altrimenti ci si trasforma solamente in invidiosi rosiconi.

 

 

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