L'esodo dei giovani italiani
Ragioni e spiegazioni sui giovani dei vivai italiani che trovano maggiore apprezzamento all'estero
Una popolare locuzione latina recita: "nemo propheta in patria". Tale frase sarebbe stata pronunciata da Gesù Cristo in occasione del suo ritorno a Nazaret nei confronti dei nazzareni scettici. Con essa verrebbe espressa la difficoltà di farsi apprezzare negli ambienti più familiari.
Trascorsi circa 2000 anni, questa locuzione potrebbe tranquillamente essere usata per descrivere la situazione di tanti ragazzi emergenti nei vivai italiani che trovano maggiore apprezzamento all'estero.
L'ultimo caso, ma solo in ordine cronologico, riguarda il giovane Simone Lo Faso, attaccante del Palermo di diciannove anni, punta dotata di grande talento e genialità riconosciute dai più. Nella scorsa stagione, pur trovandosi in un Palermo non da posti d'onore, ha trovato grandi difficoltà nell'essere inserito in prima squadra stabilmente. A fine giugno l'interessamente del Milan e dell'Inter, superato però da un rilancio in grande stile del Monaco che, al momento, appare essere certo di assicurarsi le prestazioni sportive del promettente palermitano.
Lo Faso è solo l'ultimo di una lunga serie. Come mai i giovani italiani fanno fatica ad emergere nel nostro campionato? Per quale motivo un talento come Verratti non è arrivato in Serie A ma dalla Serie B è passato subito alla Ligue One? Non credo esista una risposta corretta e veritiera a queste domande. Si può, semmai, provare ad avanzare una serie di ipotesi.
Senza dubbio, l'inciso "nemo propheta in patria" fa parte della nostra cultura. A parità di condizioni una società italiana preferisce puntare su un nome esotico piuttosto che su un nome nazionale. Noi italiani, per cultura, tendiamo sempre a guardare con una certa sottovalutazione tutto ciò che proviene dalla nostra terra. E' una caratteristica che, col tempo, si è acuita.
Ci sono poi varie considerazioni di ordine generale. C'è una difficoltà dei dirigenti a trattare coi diciottenni italiani che, spesso, sono già molto esigenti sia sul piano del trattamento economico sia sul piano dei benfit. C'è anche una ingerenza eccessiva da parte delle famiglie dei giovani giocatori che a volte tende ad infastidire chi gestisce una squadra e va pesata infine la moda esterofila che fa parecchia presa sui giovani.
Difficile pertanto liquidare la questione sposando una tesi a scapito di un'altra. Rimane la delusione per vedere l'ennesimo talento italiano finire all'estero a fare, magari, la fortuna del Monaco. Il sistema Italia, nella sua interezza, deve iniziare a porsi qualche domanda pertinente.
