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Neymar non va in ferie con Leo e Cristiano

 

Russia 2018: Brasile e Belgio ai quarti di finale. Oggi la Svizzera di Rodriguez e la Colombia di Zapata

 

Brasile-Messico 2-0: Neymar e Firmino a segno. Verdeoro ai quarti  
Il Messico dura 25 minuti, poi viene fuori il Brasile e per il Tricolor è notte fonda. Niente goleade, ma di questi tempi e in questo Mondiale basta e avanza anche un semplice 2-0. E così Neymar non raggiunge a Formentera in vacanza Muller, Messi, Ronaldo e Iniesta. No, lui resta in Russia, segna il gol vincente e porta i suoi ai quarti, venerdì alle 20 a Kazan contro la vincente di Belgio-Giappone. Nel finale chiude i giochi Firmino (entrato nella ripresa). È il terzo 2-0 consecutivo verdeoro, una garanzia ormai. Per Osorio qualche rimpianto: andavano sfruttati di più e meglio quei super 25' iniziali in cui i suoi avevano fatto ballare i verdeoro.
Pronti, via ed è subito un sorprendente Messico che va a mille e scopre qualche pecca verdeoro con aperture veloci e precise e quei tre là davanti (manca Layun nei primi 45', ma Lozano, Vela ed Hernandez bastano e avanzano) pronti a far male ad Alisson. E per poco non ci riescono, manca solo la precisione nell'ultimo passaggio. Il Brasile soffre, o semplicemente studia l'avversario. In effetti dal 25' entra in partita Neymar con una serpentina delle sue e da lì è un'altra partita: il Tricolor si rintana nella sua metà campo alla ricerca della ripartenza giusta (che non arriva) e i brasiliani sempre più vicini ad Ochoa e pericolosi: il portierone para quel che arriva, ma Coutinho e Gabriel Jesus dovrebbero aggiustare la mira per risultare letali a questi livelli. Al 45' è ancora 0-0 ma il pubblico di Samara applaude lo spettacolo.
Nella ripresa Osorio cambia, dentro Layun per Marquez ma il nuovo entrato non va, come consuetudine, sulla trequarti, si sistema sulla fascia destra, terzino: per un motivo ben preciso, Alvarez, titolare del ruolo, è già ammonito e non potrebbe più fermare con le cattive Neymar, meglio spostarlo nel mezzo. Ma non basta, ormai il Brasile ha cambiato marcia e al 6' va in vantaggio con l'affondo di Willian sulla sinistra, il cross perfetto e la scivolata vincente di Neymar (sotto gli occhi di Al Thani, emiro del Qatar e proprietario del Psg). Il risveglio del centrocampista offensivo del Chelsea dopo un primo tempo soporifero è la causa del cambio di passo verdeoro. Osorio cambia ancora, prova con Jonathan dos Santos, intanto Tite perde per i quarti Casemiro, ammonito (era in diffida). Willian prosegue il suo show personale ma Ochoa è l'ultimo a mollare e continua a respingere quel che può. Negli ultimi minuti (e dopo un accenno di rissa per un pestone non punito di Layun a Neymar) il Messico prova a rimontare ma questo Brasile è solido e con Thiago Silva, Miranda e Alisson è dura far gol. Nel finale, inevitabile, arriva pure il gol del "solito" 2-0 verdeoro con l'ennesima perla di Neymar, trasformata in oro da Firmino (appena entrato) dopo il tocco di Ochoa. Il Tricolor molla e sugli spalti - al triplice fischio finale dell'italiano Rocchi - parte il Samba.

Belgio-Giappone 3-2: rimonta pazzesca. Ora il Brasile ai quarti
Mai specchiarsi troppo nella propria bellezza. Il Belgio dei talenti si è bruciato per scarsa verve agonistica nel 2016 agli Europei, ma evidentemente non ha ancora imparato la lezione. Presuntuoso e molle, forse già mentalmente avviato al quarto di finale con il Brasile, ha rischiato la più cocente delle delusioni contro gli orgogliosi giapponesi. Molti hanno criticato Martinez per aver voluto vincere contro l'Inghilterra e sottoporsi così al cammino nella parte più nobile del tabellone. Il problema è che la parte nobile potrebbe anche non essere mai stata percorsa. Un Belgio presuntuoso, confusionario e fiacco si è fatto avvolgere dalle manovre e dalla corsa dei giapponesi, arrivati fin qui soltanto per una stramba visione del fairplay, e soltanto i cambi azzeccati di Martinez (ma bisognerebbe pensare ai danni che ha fatto prima) hanno permesso alla talentuosa band di conquistare il diritto a misurarsi con Neymar e i suoi fratelli. Prima, però, che caos, e che paura: il gol del sorpasso è arrivato solo negli ultimi secondi dell'ultimo minuto di recupero.
Il primo tiro è di Kagawa dopo una manciata di secondi, poi Lukaku si fa vedere e valere con il suo fisico, ma il Giappone è di nuovo pericoloso al 10'. Poi cresce il Belgio, Lukaku è sempre lì, Witsel spara alle nuvole, Hazard mira i piedi di un difensore invece di sparare in rete, e forse sarebbe servita una mira meno precisa. Nulla di fatto. Si va negli spogliatoi e il Giappone colpisce subito: dopo tre minuti arriva il gol di Haraguchi, un diagonale tagliente come una spada con la difesa belga imbambolata. Il Belgio è sorpreso ma reagisce, trova subito il palo con Hazard, però Inui, centrocampista del modesto Eibar, lo trafigge manco fosse Modric. Colpevole principale Vertonghen, con un vasto cast di coprotagonisti. Courtois ha la faccia di un uomo disperato, il c.t. Martinez smette di accarezzarsi il mento come un filosofo. Il Giappone sta dilagando e il Belgio non sa che sushi pigliare. Lukaku continua a catapultarsi in area, ma De Bruyne è confuso e il Belgio slegato, Carrasco un disastro e i buchi difensivi si moltiplicano. Finche il presuntuoso Martinez decide di cambiare qualcosa: dentro Fellaini per Mertens e Chadli per Ferreira-Carrasco. Più muscoli, più centimetri, più grinta.
Invece al 25' Vertonghen si fa parzialmente perdonare: un colpo di testa dalla fascia prende una traiettoria stravagante che inganna il povero Kawashima. Non è un mondogol, è un mondocolpo di fortuna. Ma la partita gira: Hazard crossa per Fellaini, che brucia la difesa giapponese e fa il 2-2. I tifosi belgi ballano, si riparte da zero, quanto meno, e c'è un quarto d'ora abbondante per rimediare. Il Giappone non si dà per vinto, il Belgio ha ritrovato un senso e lo spirito giusto. Anche il Giappone cerca forze fresche: dentro Yamaguchi e Honda. Bastano pochi minuti a Kagawa per trovare l'inserimento di Honda, che prende l'esterno della rete, ma il Giappone ormai fa fatica a rimettere fuori la testa. Ancora pochi minuti e Lukaku sfiora il gol, ormai Kawashima è sotto tiro. Vertonghen sforna cross su cross, forse consapevole del fatto che il Giappone è stanco: la corsa può bastare per 70-80 minuti, di solito nel finale vince la qualità. Nel recupero Honda su punizione impegna Courtois, che si salva in corner. Ed è da lì che nei pochi secondi che mancano il Belgio aggiusta tutto: sul corner, battuto male, Courtois esce in sicurezza, avvia l'azione, De Bruyne apre, Meunier crossa: tre tocchi e il Belgio è in porta, con il velo di Lukaku che permette a Chadli di segnare il gol del sorpasso. 3-2, ma quanta paura. Mai peccare di presunzione: è una regola, a maggior ragione in questo Mondiale da pazzi.

Oggi gli ultimi due ottavi di finale:
Svezia-Svizzera alle 16.00
Colombia-Inghilterra alle 20.00

JUVENTUS-MILAN
SERIE A
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HIGHLIGHTS: Milan-Inter

.QUI gli tutti gli highlights dal '18/'19 ad oggi 

DICHIARAZIONI POST MILAN-INTER
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MEMORIES: IL PROSSIMO AVVERSARIO

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