argentina

 

Da Messi male a Messi bene

 

Russia 2018: avanti Francia, Danimarca, Argentina e Croazia. Oggi vediamo come se la cavano tedeschi e brasiliani

 

Australia-Perù 0-2: Carrillo e Guerrero eliminano i Canguri
Si preoccupava della Francia, quest’Australia che non fa gol nemmeno se glielo regali. La verità è che doveva semplicemente occuparsi e preoccuparsi di questo Perù, orgoglio infinito e contropiedisti che sanno far male. Alla fine i Socceroos soccombono due a zero, e se è vero che le occasioni migliori sono state proprio degli australiani è altrettanto vero che con tre tiri in porta (due a segno) i sudamericani vincono la partita e scacciano l'ultimo posto nel girone. Tutto sommato meritatamente. Così, l’Australia (con Cahill praticamente sempre in panca tranne che nell’ultima mezz’ora di questo mondiale) torna a casa dopo aver prodotto tanto ma raccolto un bel nulla e soprattutto con la casella a zero alla voce "gol degli attaccanti" visto che gli unici due gol sono stati segnati dal medianone e capitano Jedinak: il Perù è stato semplicemente più cattivo e abrasivo nelle proprie ripartenze e in ciò che si chiama killer-istinct. Ha sfruttato e colpito.
Gli uomini di Van Marwijk abbandonano il 4-2-3-1 e si piazzano più compatti secondo un iniziale 4-4-2 in cui Rogic è al fianco di Juric e Leckie (il migliore nella partita contro la Danimarca) sta qualche passo indietro per stare attento a Flores e poi a Carrillo. La squadra di Gareca (una via di mezzo, somaticamente, fra Menotti e Caniggia) si piazza col consueto 4-2-3-1 in cui in mezzo Tapia e Yotun danno forza e "garra", impastando azioni che soprattutto si svolgono sugli esterni. Le prime occasioni sono dei Socceroos: Rogic è scatenato ma Gallese neutralizza, Kruse arriva in piena area ma cincischia, ancora Rogic arretra qualche passo e porta avanti palloni che però l’Australia non riesce a sfruttare, con Sainsbury e Juric. Nel frattempo il Perù fa un contropiede e segna: palla a sinistra per Guerrero che vede arrivare dall’altra parte Carrillo (buono assai), botta al volo, Behich non va a chiudere e diagonale pestifera che imprime sul tabellone lo 0-1 per la Bicolor. L’Australia meriterebbe il pari ma chiude il primo tempo sotto di un gol: e lo stadio Fisht, pieno zeppo di tifosi peruviani, salta e impazzisce.
Nella ripresa pensi che l’Australia possa raddrizzare e ribaltare. È una bella idea ma non funziona: questo Perù sorretto da trequarti di stadio ha una forza d’animo che fa paura. Così, al 5' ecco che quell’azione che si svolge da sinistra (la porta avanti Cueva) trova nell’idolo Guerrero il carnefice che, con annessa dormita di Milligan, piazza il 2-0 e chiude ogni illusione dell’altro mondo. L’Australia cambia uomini, Van Marwijk infila Cahill e Arzani ma è solo panna montata: l’attacco non segna e il Perù, belloccio e sciolto, esce dal mondiale a testa altissima.

Danimarca-Francia 0-0: passano entrambe: Bleus primi, danesi secondi
Dice un vecchio proverbio cinese: quando pareggio va bene a tutti, pareggio sarà. Non si scappa: Danimarca-Francia finisce 0-0, le due squadre passano a braccetto agli ottavi (lo avrebbero fatto con qualsiasi risultato, vista la vittoria del Perù) senza regalare un grande spettacolo ai 78mila del Luzhniki. E’ il primo 0-0 del Mondiale, alla gara numero 37. Si può accettare, anche se il pubblico di Mosca dà chiari segni di insofferenza, prima con cori "Russia, Russia", poi con più chiari fischi, specie quando i danesi nei minuti finali fanno possesso palla fra i loro difensori e Schmeichel.
Francesi primi nel girone, pochissime indicazioni sulla consistenza delle due squadre, comunque già testate da avversari veri come Perù e Australia. Probabilmente poca fatica, nessun infortunato (Delaney al 92’, ma solo un pestone) e nessun rischio. Ai due c.t. va bene così, con buona pace di chi, acquistando i biglietti mesi fa, pensava di essersi portato a casa un "partitone".
Il turnover francese è massiccio, come da previsione: Deschamps si fa pochi scrupoli e preserva sei titolari: Lloris, Pavard, Umtiti, Pogba, Matuidi e Mbappé (fuori anche Tolisso diffidato). Avrà ragione lui, non tanto perché le riserve rispondano "presente" con voce forte e chiara, ma perché la partita è una vera formalità, tanto più quando arriva notizia del vantaggio del Perù. La Danimarca, che ha l’atalantino Cornelius come centravanti, ci prova convinta per un paio di minuti con Braithwaite, poi si limita a controllare. Una ripartenza nei primi 45 minuti, con Mandanda in uscita su Eriksen.
Quando poi arriva anche il secondo gol dei peruviani, i danesi potrebbero anche provare a vincerla: solo che mancano un po’ gli stimoli: col primo posto si rischia l’Argentina e la parte più complessa del tabellone. Arrivano comunque un paio di conclusioni di Eriksen, che fanno il paio con quelle di Dembelé nel primo tempo. Fra le seconde linee francesi non ce ne sono troppe che si dannino per "mettere in difficoltà il mister": i più attivi sono i subentranti Mendy, che arriva al cross un paio di volte, e Fekir, due conclusioni (un esterno rete e una parata di Schmeichel). Due lampi, prima che si ricominci a passeggiare. Le terze gare a volte vanno così, dalla prossima si farà sul serio.

Nigeria-Argentina 1-2: Messi e Rojo mandano Sampaoli agli ottavi
L'Argentina prosegue. Non esce. Clamoroso. Sulla carta sarebbe una non notizia, ma dopo le tre partite del gruppo D della Seleccion, sembra quasi un miracolo. Una Nazionale confusa e priva di talento in troppi reparti, però di quelle che non muoiono mai e così se all'86' Messi e compagni si trovano fuori dal Mondiale, un minuto (e un gol) dopo rieccoli agli ottavi, pronti a dire la loro. Ma per battere la Francia ci vorrà ben altro... La Nigeria ha vissuto un sogno per quasi 40 minuti, poi il brusco risveglio.
Sampaoli rivoluziona la Seleccion: accanto a Messi c'è Higuain. Torna Di Maria e al centro tocca a Banega. Più piedi buoni in campo, e si vede da subito. Leo è un altro rispetto a quello ammirato (si fa per dire...) contro Islanda e soprattutto Croazia: scambi veloci, percussioni e dribbling come nelle serate in cui è in vena. Il gol, di destro, arriva al 14' ed è una logica conseguenza della supremazia sugli africani, in difficoltà nonostante un paio di regali di Mascherano a metà campo. Illuminante l'assist di Banega, perfetti sia l'aggancio che la conclusione col piede "debole" della Pulce che finalmente prova a prendersi il Mondiale dopo aver lasciato due turni di vantaggio a Ronaldo. Passano pochi minuti e Uzoho vola a deviare sul palo una gran punizione a giro della stella del Barça. Sarebbe stato il 2-0 che avrebbe mandato a monte il sogno-ottavi della Nigeria che però dalle parti di Armani (titolare al posto di Caballero, bocciato) non si fa praticamente mai viva nei primi 45'.
Nella ripresa però tornano improvvisi tutti i mali di quest'Argentina poco compatta, poco coesa. Mascherano abbatte inutilmente Balogun in area, Moses spiazza Armani e per Sampaoli è tutto da rifare (mentre Maradona si sbraccia spazientito sugli spalti). Albiceleste a tre punte con Pavon (per Perez), ma spuntano gli spettri: Di Maria scompare, Higuain non tocca palla, anche Messi si defila. Non è che la Nigeria splenda, giusto quel che basta per tenere lontani la Pulce e il Pipita dalle parti di Uzoho. La Var richiama Cakir per un tocco di braccio in area di Rojo, sarebbe il secondo rigore per la Nigeria, ma le immagini smentiscono la Var: giusto non darlo. Dentro anche Aguero negli ultimi 10 minuti di fuoco che si aprono con un tiro altissimo di Higuain (deludente, assai deludente, lo juventino), Rohr fa indietreggiare i suoi a difesa di Uzoho. La strategia nigeriana funziona fino a 3' dalla fine quando Rojo, incredibilmente in versione attaccante, trova il destro vincente che manda la Seleccion agli ottavi contro la Francia, il 30 a Kazan alle 16. Per la Nigeria un mesto ritorno a casa.

Islanda-Croazia 1-2: la Croazia chiude a punteggio pieno, Islanda eliminata
Cuore e impegno, ma il calcio è anche altro. All'Islanda non riesce il miracolo di cogliere una clamorosa qualificazione agli ottavi di Russia 2018 nel "girone della morte", alla prima partecipazione al Mondiale. Serviva battere la Croazia all'ultima gara, è finita invece 2-1 per gli avversari, nonostante la squadra di Dalic, praticamente sicura del primo posto, abbia giocato una gara al risparmio, dando spazio a molte seconde linee. La nazionale di Hallgrimsson ci ha provato, ma idee e tecnica sono quelle che sono. Se il tuo schema preferito è guadagnare rimesse laterali in attacco per buttare la palla in mezzo a caccia di sponde di testa... La Croazia invece sa solo vincere, anche con i giri del motore al minimo. Chiude il girone a punteggio pieno, dando l'impressione di essere una selezione matura e pericolosa per tutti, a prescindere dai suoi interpreti. Ora affronterà agli ottavi la Danimarca.
Modric e Perisic sono gli unici titolari inamovibili nell'11 di Dalic, Islanda che getta nella mischia Gudmundsson per dare qualità al suo scolastico 4-4-2. Dopo 27' di noia, i vichinghi prendono coraggio. Lo fanno alla loro maniera, come detto, con la "rimessa corner" del capitano Gunnarsson, che trova la testa di Magnusson: la palla balla a un palmo dalla linea di porta e finisce fuori dopo aver trotterellato da un palo all'altro. La Croazia continua a giochicchiare e l'Islanda ci crede sul serio. Al 40' Finnbogason riceve ai sedici metri e la piazza con l'interno destro: fuori di pochissimo. Prima dell'intervallo si rende protagonista Kalinic, portiere gigante (oltre due metri!) dei croati. Prima pasticcia in uscita alta, ma rimedia alla grande con un riflesso prodigioso su Bjarnason; poi vola a respingere il tiro a giro di Gunnarsson. Si va negli spogliatoi sullo 0-0 e la sensazione che prima o poi l'Islanda possa sbloccarla.
E invece il gol lo trova a sorpresa la Croazia ad apertura della ripresa. Merito di uno scatenato Badelj che prima pizzica la traversa da fuori (al 5', prima occasione croata nel match) e poi all'8' approfitta di un cross deviato di Perisic per battere Halldorsson con una splendida soluzione in controbalzo. Sotto di un gol, l'Islanda si getta in avanti alla disperata. Le servirebbero due gol per sperare e uno per poco non lo segna il difensore Ingason sul solito corner: traversa a Kalinic immobile. Il forcing produce il calcio di rigore concesso per netto fallo di mani di Lovren al 31': Sigurdsson, che aveva sbagliato dagli undici metri con la Nigeria, stavolta gonfia la rete. L'1-1 dà animo alle speranze vichinghe, ma proprio quando il traguardo si avvicina, le gambe abbandonano gli uomini di Hallgrimsson. La Croazia, pur senza alzare i ritmi, trova spazi in abbondanza e a due minuti dalla fine l'interista Perisic la chiude con una botta in diagonale dalla sinistra. L'Islanda saluta il Mondiale, la Croazia va avanti con i primi due gol dei suoi "italiani" Badelj e Perisic.

Oggi chiudono i gironi F ed E, questo il programma:
Messico-Svezia e Corea del Sud-Germania in contemporanea alle 16
Svizzera-Costa Rica e Serbia-Brasile in contemporanea alle 20

MILAN-INTER
SERIE A
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HIGHLIGHTS: Roma-Milan

.QUI gli tutti gli highlights dal '18/'19 ad oggi 

DICHIARAZIONI POST ROMA-MILAN
MAURO SUMA: A BOTTA CALDA
MEMORIES: IL PROSSIMO AVVERSARIO

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