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Gli argentini? Messi male

 

Ieri crollo argentino, oggi vediamo come se la cavano i brasiliani

 

Danimarca-Australia 1-1: a Eriksen replica il rigore di Jedinak
Eriksen fa l’Eriksen giusto nell’eurogol che apre il match. Dopo? Non riesce a imprimere la giusta sterzata di classe e imprevedibilità a una Danimarca che non va oltre l’1-1 subendo il pareggio dell’Australia ancora in virtù della Var. La morale del match è veloce e rapida: se i Socceroos hanno fatto soffrire la Francia (pur perdendo) e pure la Danimarca, beh, ci sarà un perché. La Nazionale dell’altro mondo ha quattro idee impostate in modalità Van Marwijk ma un grosso problema: l’ultimo passaggio è spesso un errore micro o macroscopico. Per questo, forse, l’Australia non fa l’impresa di battere una Danimarca deludente e con un Eriksen che, appunto, si accende subito per poi afflosciarsi lungo un match sostanzialmente noiosetto.
Danimarca impostata con un 4-2-3-1: Eriksen è dietro a Nicolai Jorgensen e ai suoi fianchi ci sono Poulsen (autore del gol che aveva battuto il Perù) e Sisto. Tanta volontà, discreto movimento senza continuità e quindi questa "Danish Dynamite" dura poco. Troppo poco. Perché prende il pallino del gioco da subito, in 3’ colpisce più volte la zona rossa australiana ma in tutto confeziona un solo gol. E allora è l’Australia (4-2-3-1 anche per Van Marwijk) a crederci: perché l’impostazione è elementare e – appena i danesi calano di ritmo – anche efficace fino alla trequarti. Lì, però, c’è il problemone dell’ultimo passaggio, quasi mai giusto. In sostanza si vede che la Danimarca avrebbe un altro passo, ma non lo fa mai pesare veramente o per presunzione o perché non riesce a intrecciare situazioni vantaggiose e veramente da gol. Così, ecco la punizione: c’è un cross dalla destra su cui saltano Leckie (il migliore dei suoi) e Poulsen che già aveva provocato il rigore (poi sbagliato) del Perù; l’arbitro chiama la Var e in pochissimo tempo viene stabilito che sì, il braccio di Yurari Poulsen si fa largo e intercetta il pallone. Rigore giusto, il barbuto capitano Jedinak dell’Aston Villa butta la palla a centro-destra mentre Schmeichel va a sinistra. Uno a uno che sa di meritato.
Quando comincia la ripresa ti aspetti che la Danimarca esondi o quantomeno tenti di farlo: macché, non ci riesce. C’è uno stop clamorosamente sbagliato di Jorgensen in area, ci sono due cambi (in uno dei quali entra l’atalantino Cornelius) ma c’è che dopo l’1-1 dell’Australia e un salvataggio di Ryan (nel tramonto del primo tempo) su quasi autogol dell’ex interista Sainsbury, la squadra allenata da Age Hareide via via si spegne. Vero è che i danesi (fallo lieve e dubbio di Jedinak su Puolsen) chiedono un presunto rigore ma è altrettanto evidente che è l’Australia a cercare costantemente la via della vittoria (possesso palla finale 53% a 47% per l'Australia, guarda le statistiche del match): i canguri ci provano con Mooy da fuori, Rogic e soprattutto Leckie sul quale interviene Schmeichel a due minuti dalla fine. La chiosa è: i canguri possono ancora saltare di gioia.

Francia-Perù 1-0: Mbappé porta i Bleus agli ottavi
Mbappé entra nella storia mentre nel freddo di Ekaterinburg si dissolve il sogno mondiale del Perù. Sfortunati al debutto con la Danimarca, quando un attaccante spietato avrebbe trasformato una sconfitta in una goleada, i sudamericani devono arrendersi ancora, ma questa volta senza troppi rimpianti. La Francia è superiore, molto pratica, soprattutto rimessa a posto da Deschamps con l’inserimento di Giroud per Dembelé. Un attaccante centrale di peso permette di capitalizzare la bella manovra dei trequartisti. Ancora 1-0, il risultato leit-motiv di questo torneo, e un’altra qualificazione anticipata come quelle di Russia e Uruguay. Il tutto grazie al gol di Mbappé al 34’: il più giovane francese (meno di 20 anni) che abbia mai segnato in un Mondiale, entrato nel club che ospitava, tra gli altri, Pelé, Tostao, Owen, Messi.
Nel primo tempo molto spettacolare è la Francia a rendersi più pericolosa e a chiudere in vantaggio. Il Perù gioca un calcio veloce, mai speculativo, con le sovrapposizioni degli esterni, soprattutto Carrillo, e Cueva, il trequartista-regista, che copre ogni zona del campo. Però pensa poco alla fase difensiva con quegli esterni molto alti e filtro modesto in mezzo. Quando perde la palla si scopre alle ripartenze francesi, con Griezmann trequartista libero di tagliare in verticale partendo da lontano, e con Matuidi largo a sinistra. Dal 4-3-3 al 4-2-3-1 che sacrifica un po’ le caratteristiche dei singoli (Pogba, Matuidi) alle esigenze della squadra.
Sono addirittura otto le conclusioni francesi in 45’, cinque delle quali in porta, alcune spettacolari, come il tacco di Mbappé in acrobazia (non proprio riuscita), altre pericolose, vedi il diagonale violentissimo di Pogba che da 40 metri sfiora il palo. E una, infine, letale, quella dell’1-0. Pogba strappa una palla sulla trequarti e lancia Giroud. Tiro deviato da Rodriguez ma la parabola "taglia" il portiere Gallese e sul pallone si avventa Mbappé a porta vuota.
Soltanto un’occasione per il Perù, con Guerrero che si libera di Umtiti ma tira sul Lloris, presenza numero 100 in nazionale. Il c.t. peruviano Gareca si gioca tutto con un duplice cambio all’intervallo: dentro Farfan per Yotun, aumentando il potenziale offensivo, e in difesa fuori Gonzalez (in difficoltà con Giroud) per il più "fisico" Santamaria. La mossa dà risultati, il Perù s’impossessa della palla e non concede più contropiede. Ha l’occasione con l’infaticabile mediano Aquino, che da oltre 20 metri colpisce il palo, ma il resto sono tiri da fuori. Mentre la Francia, ormai rintanata in difesa, mette la faccia fuori di casa solo con un paio di discese del nuovo entrato Dembelé. E finisce con i Bleus che consolano gli avversari in lacrime come lo stadio pieno dei loro tifosi.

Argentina-Croazia 0-3: per gli argentini ora serve un miracolo
A terra, a zero, piegata. Con un piede a Buenos Aires, lontanissima da Mosca, ma pure dagli ottavi. L’Argentina perde 3-0 con la Croazia, resta a un punto in classifica e ora deve sperare in una vittoria della Nigeria per restare in corsa, per non rischiare che Croazia e Islanda vadano a braccetto agli ottavi, all’ultima gara. I croati ci sono già, e a pieno merito: lottano, colpiscono, dietro mostrano difensori puntuali e che arrivano dappertutto. Modric e Rakitic sono centrocampisti che gli argentini si sognano, Dalic mette in campo una formazione molto più sensata di quella di Sampaoli.
Come previsto, l’Argentina poteva accendersi solo con una gara da marziano di Messi, che invece fa la comparsa. Braccato da Brozovic, non sembra nemmeno "sbattersi" troppo per liberarsi. Sotto gli occhi di Maradona, Leo parte prima del fischio d’inizio con la faccia preoccupata e massaggiandosi la testa. La gara continuerà su quella falsariga: nessuno squillo, mai un dribbling, pochi palloni giocati. Il peso dell’Argentina sulle spalle non lo regge. Non stasera. Sulla gara, poi, pesa l’errore di Caballero. E’ lì che la gara svolta.
Non un errore, ma l’orrore: ottavo minuto della ripresa, Willy Caballero riceve un retropassaggio tutto sommato comodo da Mercado. Il portiere di riserva del Chelsea, 36 anni, scelto da Sampaoli (controcorrente) come titolare dopo l’infortunio di Romero, colpisce di prima, ma svirgola: la palla si alza e resta lì, dove è andato in pressione Rebic. Girata al volo, gol, Argentina sotto un treno: la Transiberiana.
L’Argentina era partita meglio che con l’Islanda, grazie a un nuovo assetto 3-4-2-1 che concedeva spazio sulle fasce, ma permetteva di creare più gioco. Il primo tempo vede una battaglia a suon di tackle, anche duri (Rebic rischia) e una occasione enorme per parte (Mandzukic di testa, Enzo Perez a porta vuota), il secondo vive poco, prima della volta emozionale dell’errore di Caballero. A quel punto il c.t. argentino rompe gli indugi e inserisce in rapida successione Higuain, Pavon e Dybala.
Il Pipita costruisce l’occasione migliore per pareggiare: assist a Meza sulla parata chiude Rakitic su Messi. Gli juventini sembrano dare una mini-scossa, ma l’assetto è sbilanciato e concede molto alla Croazia. Quando mancano 10’ dalla fine Modric sentenzia il match: ha tempo di controllare al limite dribblare e inventare uno dei suoi tiri all’angolino basso. Rakitic su punizione prende anche una traversa, poi nel recupero completa un contropiede per il 3-0: i croati volano verso gli ottavi, Sampaoli raccoglie tristemente la giacca, lanciata via nel momento più caldo. Presto probabilmente sarà tempo di rimetterla in valigia.

Gli incontri di oggi:
Brasile-Costarica alle 14.00
Nigeria-Islanda alle 17.00
Serbia-Svizzera alle 20.00

MILAN-INTER
SERIE A
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HIGHLIGHTS: Roma-Milan

.QUI gli tutti gli highlights dal '18/'19 ad oggi 

DICHIARAZIONI POST ROMA-MILAN
MAURO SUMA: A BOTTA CALDA
MEMORIES: IL PROSSIMO AVVERSARIO

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