Olanda

 

Il declino orange

 

Le Qualificazioni ai Mondiali lasciano in eredità un Olanda in crisi di risultati e alle prese con un imponente ricambio generazionale.

 

 

L'Olanda è un paese di forte tradizione calcistica e il movimento olandese è stato per molti anni il traino dell'intero "carrozzone" denominato calcio, sotto tutti i punti di vista. Senza stare a scomodare l'Ajax di Cruyff, o il calcio degli anni 70, ci basta pensare che nelle ultime due edizioni dei Mondiali (2010 e 2014), l'Olanda ha collezionato un secondo e un terzo posto; a dimostrazione che le qualità tecniche agli orange non sono realmente mai mancate. Bisogna pur dire comunque, e qui entriamo nel vivo del discorso, che gli olandesi hanno clamorosamente fallito la qualificazione agli Europei del 2016, e ai prossimi Mondiali che si svolgeranno in Russia la prossima estate.

Certo, bisogna pur fare una netta distinzione tra le due eliminazioni: mentre quella nelle qualificazioni all'Europeo du un eliminazione assolutamente inaspettata, quella per i Mondiali del 2018, invece, tutto si può dire tranne che non ci si aspettasse almeno un olanda in difficoltà. Il movimento calcistico olandese, inteso come Eredivise, è in profonda crisi da almeno venti anni. Le squadre olandesi di club non sono più competitive a livello di competizioni europee da tempo immemore (eccezion fatta per la finale di Europa League dello scorso anno disputata dall'Ajax); i motivi possono essere molteplici: primo fra tutti sicuramente è il fatto che l'Eredivise non attira assolutamente i grandi giocatori, anzi; falla che negli anni 90 e fino ai primi anni 200, l'Ajax, il Feyenoord e il PSV riuscivano a mascherare grazie all'alto livello tecnico, e alla progressiva maturazione di giocatori importantissimi nel corso degli anni; maturazione che poi aveva come risultato ovviamente la cessione multimilionaria al grande club.

Nulla di male, se pensiamo alla forza tecnica, tattica, e fisica che la Nazionale Orange è riuscita ad esprimere per anni grazie soprattutto ai grandi giocatori che giocavano nei top club europei; fattore che appunto mascherava un ricambio generazionale prossimo, non all'altezza sicuramente dei titolari ormai troppo maturi per incidere ancora pesantamente sulle sorti degli Orange. Il movimento olandese è l'ulteriore prova che la maniacale cura dei settori giovanili, non basta a produrre risultati. E' un dato di fatto sul quale in molti dovranno interrogarsi.

Analizzati i problemi, senza dubbio la soluzione potrebbe essere quella (almeno per i maggiori club olandesi), trattenere per un pò più di tempo i giocatori più talentuosi in Rosa, prima di venderli al top club europeo di turno, per farli maturare in un contesto più familiare, dove poter conoscere meglio il proprio ambiente, e di conseguenza, maturare in un contesto con meno pressioni rispetto ad ambienti molto più esigenti. Forse in Olanda, dovrebbero farsi ben più di una domanda, e agire di conseguenza; per non rischiare di fallire anche la qualificazione agli Europei del 2020.

 

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