Teo Malucci

 

La storia di Teo Malucci

 

Difensore forte, esordisce con l'Inter e poi passerà alla Juventus; al Milan resta appena un anno ma capisce che qui è diverso, qui si suda, si paga tutto e di più e prefersice andarsene

 

Questa è la storia di uno di noi, nato per caso in Viterbo.

Teo Malucci nasce infatti nella splendida cittadina laziale, la 'Città dei Papi' e comincia a tirare i calci al pallone nella squadra del rione dove risiede.

Il colpo di culo arriva qualche anno dopo, quando l'Inter, terminato un provino, se lo porta a Milano per 40mila euro. Lo fanno giocare nella Primavera e qualche volta in prima squadra ma non risplende di luce propria ed allora se lo prende il Treviso in prestito. A gennaio 2009 va a Pisa per poi tornare all'Inter.

All'Inter, a quei tempi, se non costavi minimo 30 milioni manco ti cagavano di striscio, quindi il Genoa lo acquista nella trattativa per Thiago Motta e Milito ai prescritti.

Ma anche a Genova non se lo filano e lo mandano a Bari in comproprietà, dove con Ranocchia formerà una coppia 'formidabile' di difensori. Alla fine arriva la Juve che aiuta i pugliesi a riscattarlo e nel 2010 eccolo a Torino.

Va be', la storia poi la conosciamo.

Nel 2017 litiga con mezza Juve ed in estate passa al Milan, facendo dichiarazioni che esaltano i tifosi. Fassone e Mirabelli lo eleggono capitano dei rossoneri, forse senza riflettere troppo; ma lui pare essere fiero di questo.

Nell'estate del 2018 però esprime un desiderio: tornare a Torino. Il Milan non si fa pregare e dice ai bianconeri: 'Ok, ve lo rimandiamo indietro; ha combinato abbastanza stronzate. Però in cambio ci date Caldara'. Alla Juve, pensando di avere a che fare con l'Inter, ci dicono: 'Salve ragazzi, buongiornissimo; Caldara è troppo giovane e lo teniamo noi per svezzarlo. A voi giriamo un fuoriclasse che per simpatia è ai livelli di Malucci: Benatia. Una pasta di ragazzo. Kaffèèè?'. A Casa Milan scoppiano a ridere e dicono a Marotta: 'Ahahahah! Che mattacchione. Senti, Beppe, non siamo né l'Inter né il Sassuolo e nemmeno l'Atalanta: quindi o ci date Caldara oppure il buon Malucci resta qui. Dobbiamo ritinteggiare Milanello e uno alto come lui ci serve'.

Beppe, siccome è scaltro, la butta lì: 'Mmh... Ok per Caldara ma vi dovete prendere Higuain. Sapete, noi abbiamo CR7 adesso...'.

E così l'affare si conclude.

Malucci allora sale sull'aereo e dagli USA si fionda a Torino dove c'è una folla di nessuno ad accoglierlo. Lui sbarca sorridente ma non ha ancora capito.

La storia di Teo fa riflettere, dà da pensare. Puoi essere famoso quanto vuoi, puoi guadagnare milioni a stagione ma conta una sola cosa alla fine: se sei stato all'Inter e poi alla Juve, il Milan non può essere casa tua. Qui i metri sul campo te li devi guadagnare, i successi sudare, i punti soffrirli, le sconfitte incassarle, i cartellini gialli e rossi raccoglierli in silenzio; nessuno ci ha mai regalato niente, anzi, è più facile che ci abbiano rubato qualcosa. Qui al Milan di semplice non c'è niente perché noi siamo il Milan e abbiamo sempre la stampa, il 'palazzo' contro, e se le sfide non piacciono, non veniteci.

A noi non danno coppe e titoli a tavolino e se anche ce li dessero nemmeno li conteremmo e ce ne vergogneremmo.

E sapete un'altra cosa? Nel nostro Albo d'oro abbiamo una Mitropa Cup: anche con un Milan da Serie B siamo andati in Europa ed abbiamo vinto.

Abbiamo vissuto 44 anni della nostra storia senza vincere niente di niente, eppure abbiamo comunque vinto più di Inter e Juve.

Ci fate ridere.

E tu, Malucci, per primo.

 

 

 

 

 

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