maremma maial

 

Tutto il ciarliero e muto della vita

 

Ei fu! Chi? Quel quotidiano nazionale che una volta era punto di riferimento, serio ed imparziale, per gli sportivi

 

Il quotidiano sportivo più sbeffeggiato d'Italia è senza dubbio TuttoSport e, basta leggerlo, a ragione visto che somiglia più al "giornale del partito" gobbo che ad un quotidiano nazionale(?).
Ma a ruota, in forte risalita per strappare questo primato, è la Gazzetta dello Sport. Quello che un giorno fu il più autorevole e serio quotidiano sportivo nazionale, oggi è sfacciatamente di parte nelle questioni milanesi.
Quando la rosea parla di Milan pare un necrologio o, nella migliore delle ipotesi, una rivista gossippara di infimo ordine.
Quando invece si tratta di Inter... bè, tutto il rosa della vita. E se le cose non sono poi così rosee, arriva il silenzio (dei conniventi).

Del Milan spesso si ricorda "l'infamia" di calciopoli. Dell'Inter si tace su uno scudetto assegnato che andrebbe revocato per dolo (procuratore Palazzi docet).
Del Milan si mena il can per l'aia sul fatto che non verranno presentate le fideiussioni per Bonucci e Biglia (notizia poi smentita dai fatti). Per l'Inter si magnifica la proprietà ma si tace il fatto che Suning non investa ma presti (a tassi vicini all'usura) i soldi alla società nerazzurra.
Insomma, questo andazzo stile TuttoSport, è ormai prassi per i 'pink boys'. Ecco l'ennesima prova provata.

Ricordiamo bene tutti la recente vicenda Uefa/Milan. Mentre persino TuttoSport, con il suo direttore Jacobelli, s'indignava per il trattamento riservato ai rossoneri, la Gazzetta (di Milano) profetizzava:
"La sentenza Uefa per il Milan, decreterà pesantissime sanzioni. Il rischio potrebbe anche aumentare, con gli anni di estromissione dalle Coppe che potrebbero essere due. Addirittura si parla una multa da trenta milioni di euro che potrebbe costringere i rossoneri quindi anche a un sacrificio economico. Con due anni di esclusione dalle Coppe europee il Milan a quel punto potrebbe essere costretto anche a delle pesanti cessioni, con giocatori importanti che non accetterebbero di rimanere fuori da ogni competizione europea per due stagioni. La Uefa avrebbe già preso la decisione di escludere i rossoneri dalle coppe, ma si sarebbe presa del tempo ulteriore non per attendere gli sviluppi societari, ma per scrivere una sentenza che non sia appellabile e ribaltabile con un eventuale ricorso d'urgenza al Tas".
Trenta milioni di multa, due anni fuori dalle Coppe, un fuggi fuggi generale dei big rossoneri e la Uefa che formulerà una sentenza inappelabile al Tas... da mettersi una pistola alla tempia e premere il grilletto!
Naturalmente niente di tutto questo è accaduto. Multa in danaro, nemmeno l'ombra. Fuori dalle Coppe un anno (poi annullato dal Tas) e non due. Fuggi fuggi che non si vede, anzi, proprio prima della decisione arriva il rinnovo di Romagnoli. Tas che annulla la decisione Uefa (ma non doveva essere inappellabile?).
Così fan con tutte? Manco per idea...

Si da enfasi (scandalizzati) alla notizia su Chievo e Cesena che erano finiti a giudizio, insieme ai presidenti Luca Campedelli e Giorgio Lugaresi, oltre ad altri 18 dirigenti "chiamati a rispondere per responsabilità diretta e oggettiva, per aver sottoscritto le variazioni di tesseramento di alcuni calciatori indicando un corrispettivo superiore al reale".
Bello! Ecco il vero giornalismo, quello d'inchiesta, quello che affronta il problema e scava per giungere alla verità, quello che mette sotto i riflettori un malcostume da combattere.
Bello, si, ma... basta non si tratti di Inter, vero Gazza improvvisamente muta?
Già, perchè i motivi per portare a galla un altro fatto 'anomalo' ci sarebbero.

La Gazzetta dello Sport esulta ed elogia la benamata (strano, vero?). Piero Ausilio, direttore sportivo dell'Inter, viene indicato come l'autore di un capolavoro. Anzi, de "Il Capolavoro". Motivo: la corsa alla realizzazione di plusvalenze per 45 milioni, da registrarsi entro la data di chiusura dell'esercizio di bilancio annuale (30 giugno) allo scopo di rientrare entro i parametri del Fair Play Finanziario stabiliti dall'Uefa. Missione compiuta, e dunque ecco intonato il coro di voci bianche in lode del DS.
Domande? Dubbi? Puzza di bruciato? Manco per sogno, visto il soggetto. Eppure a veder bene qualche domanda dovrebbe pur sorgere...
Come non notare quanto, gli attivi di bilancio che la società nerazzurra ha realizzato entro il 30 giugno grazie alla cessione di calciatori provenienti in grossa parte dalla formazione Primavera e in virtù delle quali è riuscita a compiere gli obiettivi imposti dalle regole sul Fair Play Finanziario Uefa, siano sospetti?
Marco Carraro, centrocampista classe 1998. Nello scorso mese di giugno Carraro è stato ceduto all'Atalanta assieme a Davide Bettella, difensore classe 2000. L'Atalanta avrebbe impegnato 12 milioni di euro per i due ragazzi (5 per Carraro, 7 per Bettella), e altrettanta è la cifra che l'Inter avrebbe iscritto come plusvalenza nel bilancio chiuso il 30 giugno 2018. Cifre non ufficiali (quelle reali le conosceremo quando saranno pubblicati i bilanci delle due società), ma che difficilmente si discosteranno di molto dalla realtà. E non si sarebbe dovuto fare altro che aspettare, se non fosse che uno dei due ragazzi è stato già girato in prestito dall'Atalanta a un club di serie B. Oggetto di questa mossa è stato, appunto, Carraro. Trasferito giorni fa, a titolo temporaneo, dalla società bergamasca al Foggia. E già suona piuttosto strano che un calciatore per la cui acquisizione sono stati impegnati 5 milioni di euro venga dato via in prestito dopo circa tre settimane.
Ma le stranezze aumentano se si tiene conto che l'operazione Carraro è la replica dell'operazione Eguelfi condotta un anno fa.
Stessa tempistica, stesse società, stesso utilizzo del calciatore. Allora l'esterno di difesa Fabio Eguelfi (classe 1995) venne ceduto, prima della chiusura del bilancio annuale 2017, per 6 milioni di euro all'Atalanta, con plusvalenza per l'Inter da 4,811 milioni. E pochi giorni dopo l'Atalanta trasferì in prestito Eguelfi in Serie B, al Cesena. Dove, in una squadra che ha lottato per evitare la retrocessione, il ragazzo ha giocato poco anche a causa di un infortunio. Adesso Eguelfi è stato prestato ancora in B, all'Hellas Verona. Il che certifica un dato di fatto: nell'estate 2017 l'Atalanta ha speso 6 milioni di euro per un calciatore che non le serviva. Mossa replicata meno di un mese fa con Carraro: 5 milioni per un ragazzo dato subito via in prestito. E in attesa di sapere se Bettella farà lo stesso percorso, resta un dato di fatto.
L'Atalanta, in due estati, ha pompato nelle casse dell'Inter 11 milioni, convertiti quasi interamente in plusvalenza dalla società milanese, per acquisire calciatori che fin qui sono stati di nessuna utilità per la squadra allenata da Giampiero Gasperini.
Perché la società bergamasca lo fa? Forse perchè, con l'Inter di mezzo, nessuno solleverà dubbi e polveroni mediatici? Già, perchè?

Perchè la Gazzetta dello Sport, così attenta alle cose rossonere, non dice nulla su queste 'stranezze' nerazzurre?
Perchè straparla di fideiussioni, di sentenze Uefa, di giudizi inappellabili (tutto regolarmente smentito) e non guarda i fatti reali su una situazione, quella si, alquanto sospetta?
Perchè usa il megafono per dare (fake)news sul Milan e si mette un cerotto davanti al becco quando si tratta di indagare sull'Inter?
Il primo e più autorevole quotidiano sportivo nazionale? Ei fu!
Oggi: tutto il ciarliero e muto della vita...

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