La necessità primaria del Milan
Un attaccante? Un centrocampista? Un allenatore nuovo? No, o almeno non solo: al Milan serve altro, serve di più, molto di più
Sabato sera abbiamo toccato uno dei punti più bassi della storia del Milan, questo lo abbiamo capito.
Eppure di avvisaglie ne avevamo avute e pure tante; senza scomodare almanacchi o andare troppo indietro nel tempo, basti ritornare al match di Torino: gol di Bonaventura al 9', melina dal 10'.
Una schifezza.
L'ultima volta che si è vinto fu contro il Chievo il 18 marzo, quando indossavamo ancora i cappotti e i guanti per il freddo. La stufa in casa era accesa e a guardare la tv ci si copriva con una copertina, di quelle in pile comprate all'Auchan di Molinetto, sempre troppo corte, quelle che ti costringono a restare rannicchiato per non lasciare fuori i piedi o metà busto o ti becchi il raffreddore alla Sacchi, a zona.
Le domande che ora si pone il popolo rossonero sono molteplici e vertono sia sul mercato (quanti ne dovremmo prendere? In quali ruoli? Giovani o maturi?), sulla reale esperienza di un Gattuso tecnico, sulla solidità societaria e via così.
Il tecnico, nonostante qualche cappellata di troppo, è Ringhio e Ringhio rimarrà: non possiamo certo cambiare ancora allenatore senza dargli la possibilità di cominciare la stagione secondo i suoi dettami.
I giocatori si sa: vanno e vengono. I tempi dei Rivera, Baresi, Maldini etc... sono finiti, sepolti: Cutrone, Gigio, Locatelli e altri cresciuti nel vivaio rossonero non resteranno a lungo a Milano, lo sappiamo.
Ma, se ci pensate bene, oltre ad una carenza di peso e potenza là davanti (il Kalinic voluto fortemente da Montella non vale un Caracciolo, per esempio) e ad una mancanza di valide alternativa a metà campo, la squadra non è male.
Ovviamente, in una stagione così lunga e tribolata, si incorre in alti e bassi di forma: oggi a Suso, domani a Calha, dopodomani Jack, ieri Bonucci. Bisogna fare i conti anche con questo.
Ma allora: cosa manca realmente a questo Milan?
Al Milan non servono giocatori forti ma Uomini veri.
Al Milan serve un condottiero (dispiace dirlo ma Bonucci ha fallito in tal senso) ed un plotone d'esecuzione ai suoi ordini.
Il condottiero è Gattuso? Certo ma lui in campo non scende: resta nella sua area di competenza e poi porcona negli spogliatoi. Occorre che sul rettangolo di gioco ci sia qualcuno che si prenda le responsabilità dei ragazzi in campo.
E nel Milan non c'è manco l'ombra di un uomo del genere.
Non c'è la figura da rispettare che durante un match si avvicini al Suso di turno (per esempio) e gli dica in un orecchio: 'Muovi il culo e datti da fare; voglio vedere le scintille sotto i tuoi tacchetti'. Oppure prenda da parte Cutrone e gli sussurri: 'Smettila di correre alla cazzo e concentrati'.
Ecco, manca uno così.
Guardateli quando scendono in campo: pettinati bene, ordinati, una divisa immacolata ('linda ma pulita' disse una volta Pozzetto), qualche sorriso, due/tre piegamenti, una veloce sgambata e poi basta. Non c'è sangue, non ci sono calibri 38 sotto le maglie, di occhi della tigre manco a parlarne.
André Silva ha colpi eccezionali ma andrebbe bene con Mastour a qualche evento pubblicitario; sembra in campo che dica 'Passavo di qua, mi han dato la maglia e mi han detto di stare là davanti. Ma davanti a cosa? E questi con i colori diversi dai miei cosa vogliono, perché la palla è sempre loro?'.
Il nostro gioco si basa sulle paturnie di Suso; non CR7, Messi, Eriksen, no: Suso. Un po' pochino, con tutto il rispetto. Quando è al top è davvero uno spettacolo guardarlo: son 3 mesi che non è al top però. Decisamente troppo. A me personalmente sembra annoiato; è chiaro che non ha più voglia di Milan.
Jack non mi piace ma almeno si dà da fare. Mi irrita perché non gioca mai di prima e ferma tutte le ripartenze; quando poi si intestardisce nei dribbling mi agito come manco Vittorio Sgarbi che parla della Boldrini.
Insomma, parliamoci chiaro: qui c'è bisogno di Uomini più che di calciatori.
Scommetto che 2/3 nomi in tasca Ringhio ce li ha; la palla passa a Fax&Max.
