boskov

 

Testa calciatore...buona per cappello!

 

Ne ha dette tante l'intramontabile Boskov, ma questa ci servirà per sempre

 

Ho dato supinamente ragione al mio amico Claudio, che dopo Bologna-Spal, ascoltando alcuni miei comizi più di stomaco che di cranio, mi aveva consigliato di non scrivere per qualche giorno al fine di non farmi altri nemici. L'ho ascoltato perchè sempre a caldo si va oltre, perchè quello che dicono le persone a cui voglio bene conta ed anche perchè volevo elaborare con calma il lutto di quella infame domenica 15 ottobre. Mi trovo però , a distanza di 10 giorni, a sentire ancor il forte desiderio di sfogo su quel pomeriggio. E purtroppo le cronache mi danno altri spunti ai quali non resisto. Allora disattendo l'ordine di scuderia e costruisco. Tema portante la demenza che accompagna il nostro amato mondo dello sport, con annessa la stupidità dei protagonisti. Siano essi in braga corta a calciar palloni, siano essi sparsi a triturar maroni.Sugli spalti o dentro le nostre buie giornate Perdonate il linguaggio. Se qualcuno ha qualcosa da ridire sa dove trovarmi.Ben consapevole che nel debordare della vita quotidiana non affetta da "calcite" forse è anche peggio.


Finalmente è domenica 15 ottobre 2017. Noi contadini di Bondeno, pescatori di Comacchio ed umili ferraresi sparsi per mezzo mondo aspettavamo questa data. Da fine luglio quando sono comparsi i calendari o da mezzo secolo, tanto è lontana l'ultima secchiata di serie A per la città estense. Bologna-Spal per i vecchi è una partita diversa, per i giovani forse no. Per me,buttato nella vita in una valle di confine della provincia di Ferrara ed emigrato purtroppo nel mezzo del cammin a Bologna,trattasi ovvio di una partita molto diversa.Una meravigliosa carovana di settemila anime invade Bologna di bianco-azzurro. Siamo una squadra debole, molto, probabilmente il viaggio in A sarà come il biglietto del treno per gli operai..."andata e ritorno". Pazienza, come dice un compagno che soffre con me sugli spalti del Paolo Mazza, "Una volta nella vita si deve uscire con una bella ragazza(usa un altro termine mi par di ricordare) , poi torniamo a scoparci le brutte" Crudo ma vero. Perdonate poi la debolezza, ma non resisto. Ferrara è una gioiello , bellissima in quei pochi chilometri del centro, povera e grezza fuori di lì. Ma è come voler bene ad un figlio sfortunato, non si finesce mai.Non la cambieresti con Parigi. Premio fair -play in serie B, accoglienza superba per tutti, in piazza allo stadio. Bicchierate con tifosi di Salerno, Avellino,Perugia... perfino sana indifferenza (è il massimo) con nemici volgari e storici di Verona. Durante Spal-Napoli di un mese fa ,su ordine dei capi-clan della Curva Ovest, non cè stato un solo.. uno solo che si sia lasciato andare ad un epiteto razzista. Nemmeno dopo il maledetto gol del 3-2 per il Napoli che rompeva un sogno è scappata la frase classica e stupida "Napoletano di merda". Siamo un popolo così. E sapendo che Bologna ha fama di città dotta, accogliente, profumata.. ti aspetti almeno indifferenza. Qui dove nasce l'Università più antica al mondo, decine di poeti e scrittori, cantautori prestigiosi ed amatissimi... qui dove il grande Lucio raccontava che "a Bologna non si perde neanche un bambino" significando come fosse la città di tutti ti aspetti almeno di poter girare. 
Rendiconto della battaglia: 2 ragazzi si sono presi in faccia pezzi di ferro al parcheggio. Ospedale, operati, mai più come prima per loro... nei bar limitrofi centinaia di inermi tifosi spallini depredati della sciarpa e bruciata davanti a loro. In tribuna sputi a go-go. Per entrare nel mio settore si passa davnti alla famosa (???) curva Andrea Costa. Vorresti passare . Un poliziotto in divisa anti-sommossa scorge una sciarpetta bianco-azzurra, mi spinge via e mi chiede se sono cretino a voler passare nella strada che costeggia il cuore del tifo rosso-blù. Costretto a circumnavigare il colle di San Luca ,faccio 3 chilometri per arrivare, apostrofato da vecchi e bambini indifferentemente. Entro, in tribuna trovo pace solo perchè in compagnia di un amico bolognese.All'uscita 3 energumeni mi chiedono di nascondere la sciarpa. Fortuna che uno normale (si, cè ne sono anche li) li invita a lasciar perdere. Mentre sto per salire in macchina, alla rotonda Bernardini (che si rivolterebbe nella tomba) nuovamente un poliziotto mi spintona e ordina di mettere ogni cosa della Spal nascosta in macchina, non visibile. Hanno appena picchiato un signore che non aveva tolto il vessillo.
E meno male che ...Bologna batte Spal 2-1. Dalla città delle tre T (Torri..Tette... Tortellini) ...un caro saluto, in attesa di aggiungere una quarta T ...una mezza idea già cè l' avrei !


Ma probabile che gran parte di questo paese viva sto sfascio e che la colpa sia mia, che vivo fra campagna, bar sport e ritrovi senza stronzi. E' di queste ore la vicenda della curva della Lazio. Ancora il mio amico mi consiglierebbe di lasciar stare l'argomento. Ancora avrebbe ragione, anche perchè sti poveracci un solo obiettivo avevavo: la visibilità. E tutti abbiamo fatto l'impossibile per dargliela. Ma anche qui non resisto. Un'insopprimibile urgenza di igiene mentale imporrebbe di liquidare l'oltraggio miserrimo degli ultràs della Lazio come ulteriore prova che la selezione naturale ha i suoi limiti e la marmaglia decerebrata trova sempre più spazio nel mondo del calcio (e fuori). Chi è stato ad Auschwitz (il mio viaggio più bello) porta a casa un rapporto col mondo e con gli amici che hanno condiviso quel momento un patrimonio unico e di totale educazione delle cose che non solo escludono queste esternazioni, ma anche tutte le reazioni avute all' oltraggio in questione. E proprio qui voglio fermarmi, sicuro di non venir frainteso da chi sa cosa penso dell'Olocausto e da chi mi ha visto in quei tre giorni nel campo di concentramento simile a dove morì pure la ragazzina in questione (Anna Frank mori in realtà a Bergen nel 1945) , presa per il culo , secondo gli Irriducibili laziali, con la maglietta giallorossa appiccicata al corpo e con il viso a significar chissà cosa. Mi hanno infastidito le reazioni di massa quanto l'ignoranza idiota degli ultras laziali. Scrivere come fa Repubblica "Anna Frank siamo noi", vestendola con la maglia di tutte le squadre ha reso virale il suo volto, erodendo dalla sua figura quella che l'ha resa un simbolo dell'Olocausto per trasformarla nella bandiera della lotta contro gli ultras della Lazio. Siamo tutti Anna Frank ricorda tristemente il "Siamo tutti Charlie Hebdò", che dopo pochi giorni è stato messo in un cassetto ed umiliato da chi prima scriveva cose romanzate e piene di dolore. Andare in un campo da calcio e leggere pezzi del suo famoso diario non serve, se non a lavare la coscienza dei milioni di ignoranti che fino a ieri nemmeno sapevano chi era. Compresi cronisti alla Mentana che colti di sorpresa dalla notizia chiamano Anna Frank la "piccola olandesina", ignorando che ha vissuto in Olanda per scappare dai nazisti,che avrebbe voluto diventare olandese per schifo verso la Germania nazista, ma era tedesca, eccome. E soprattutto non era un detersivo. 


Noi non siamo per nulla Anna Frank e non lo saremo mai. La sua intelligenza e la sua sofferenza di allora in questa società di merda non è rappresentata. Noi abbiamo un demente che riprende un giovane che sta morendo per mandarlo poi su facebook come simbolo del progresso e foto dei nostri figli. E secondo voi una società così malmessa si fa commuovere dalle righe scritte in un sottoscala dalla piccola ebrea ? Proposte sbruffone come quelle di Lotito che vuole mandare ad Auschwitz 200 persone ogni anno sono fumo negli occhi (fra l'altro mentre spiega sta cazzata è costretto a leggere su un foglietto il difficile nome del campo di sterminio.. non lo conosceva nemmeno lui ).Il viso di Anna Frank sulle maglie della Lazio ? Ma vi rendete conto ? Perfino calciatori che in passato hanno manifestato simpatie fasciste (con numeri equivoci sulla maglia ) commentano acidi ed inorriditi e propongono soluzioni spettacolari. Manca solo che Buffon dedichi il premio appena avuto ad Anna Frank e poi il dado è tratto.


Si imporrebbe il silenzio che avrebbe permesso a sti poveracci di non andare in tv e magari di essere nelle patrie galere qualche ora per essere presi a calci in culo . Ci vorrebbe il silenzio perchè altrimenti parla anche l'"Immancabile". Si, proprio lui, il toscano che sta girando l'Italia in treno a raccontar cazzate. "Fossi il presidente di una squadra di calcio domani farei mettere la stella di David sulle maglie" consiglia Matteo Renzi. Ecco, manca quello. Alla mediocrità della mente non cè fine. A nessuno che venga in mente che per cose di questa serietà si ricomincia con cose altrettanto serie. Parrebbe brutto ricominciare,ad esempio,nel far leggere alle scuole elementari "Se questo è un uomo" di Primo Levi o lo stesso "Il diario di Anna Frank" (sparito dai radar scolastici dai miei tempi),oppure "Una luce quando è ancora notte"di Valentine Goby(disperata speranza di uscire da un lager). O ancora "Un mondo senza noi" di Manuela Dviri(storia di 2 famiglie ebree raccontata dalla figlia, bellissimo). E mille altri racconti strazianti e definitivi per la storia.Invece noi sai cosa facciamo ?In una scuola in Piemonte diamo in lettura un libro sulla storia di Mark Zuckerberg, maledetto inventore di Facebook . In un'altra scuola media l'autobiografia di Steve Jobs, scritto da un anonimo ed immagino disperato Walter Isaacson.Questo permetterebbe forse di salvare anche qualche ignorante dalla pena capitale della non conoscenza.. 


Perchè non sembra ma in ogni dramma cè la parte comica.Meno male dai. Sentite questa. Sinisa Mihajlovic è l'attuale allentore del Torino. Un buon guocatore, un pessimo allenatore, forse quello che capisce meno di calcio fra tutti i 20 della serie A. Ma non è una colpa questa. Leggermente più colpa è invece il suo commento alla triste vicenda di Anna Frank con la maglia della Roma. Testuale:"Scusate l'ignoranza (!!!)ma non ho proprio la minima idea di chi sia Anna Frank. Questa materia non la conosco". Questa materia non la conosco ??? Ma porca puttana tu sei quello che faceva il paladino dei serbi quando venivano insultati urlando a tutti che il razzismo è il male del mondo...ma forse sei anche quello che si vantava di essere amico della Tigre Arkan, criminale di guerra, sterminatore di Croati e bosniaci. Quando morì lo difenì un eroe, e con lui la curva della Lazio che espose uno striscione "Onore alla tigre Arkan". Caro Sinisa forse non conosci la storia, ma conosci la curva della Lazio e quella sporcizia li. Basterebbe quello per dire una cosa appena appena più intelligente. Ma d'altronde è passata alla storia come la più bella battura di sempre di un uomo superiore in tutto , che manca a tutti, lui proprio manca a tutti: Vujadin Boskov . Ne ha dette tante, ma questa ci servirà per sempre : "Testa di calciatore buona solo per portare cappello". Portò lui in Italia Mihajlovic. Forse da oggi sappiamo anche a chi , in particolare,si riferiva con quella frase chirificatrice.

 

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