Restaurazione 2.0
Un accanimento senza precedenti. Nemmeno 'quando c'era lui, caro lei'... ma c'è un perchè
"I cinesi non esistono", "I cinesi del Milan non hanno soldi, quelli dell'Inter, invece...", "Il teatrino di Berlusconi serve per far rientrare danaro sporco", "In Cina, mica sono fessi", "Donnarumma se ne va", "Se davvero ci saranno le coperture...", "Milan, dove trovi i soldi?", "I rossoneri hanno perso la testa", "La banca rifiuta fideiussioni. A rischio il trasferimento di Bonucci e Biglia"...
Queste, in ordine sparso, solo alcune delle bordate anti-Milan lanciate e rilanciate dai media nostrani. Dal "Io ho parlato con Pechino stamattina e mi hanno detto che la cordata non esiste. I problemi però sono due: in Cina imputano a Berlusconi di aver fatto il furbo con Mr. Bee, ovvero averlo mandato in giro come 'cavallino' per tirare su il prezzo della squadra ed è una cosa non gradita. Seconda cosa, pensano che l'Inter sia costata molto meno e non capiscono perchè questa differenza di prezzo. A nessuno in Cina piace fare la figura del fesso" di forchiellina memoria, al "Dove trovano i soldi per un mercato così?". Insomma, da un 'ectoplasma' ad una potenza che fa paura.
Ma io da maremmano cattivo, malfidato e sospettoso, mi ero fatto un'idea già dal 17 Novembre 2016.
Si perchè ricordavo il Milan ante-Berlusconi e l'egemonia mediatico-affaristica di Juventus e Inter. Ricordavo come "per magia" sparissero scudetti sulla via di chi meritava per andare sulle maglie bianconere e come, in una notte, San Siro cambiasse il nome in Meazza con il "cadeau" piazzale dello Sport che si trasformava in piazza Angelo Moratti, senza nessun clamore o indignazione sulla nostra stampa. Ricordavo quel Milan che era considerato alla stegua di una Lazio, Samp o Fiorentina odierne.
Poi arrivò "Lui" e portò il Milan stellare. Si, ci furono ancora furbate delle solite note... 100 lire per uno scudetto, Moggi, Bertini, Calciopoli con un Inter che da colpevole fu premiata con lo scudetto... ma 'quel Milan' era talmente forte che con le sue imprese euro-mondiali, rendeva difficile la vita al duo protetto dai media italioti.
Finalmente (per loro) Berlusconi se ne va ed io, che credevo l'attacco al Milan un fatto che andasse aldilà dello sport, mi son dovuto ricredere.
Non era Berlusconi. Non era il Milan in quanto tale. Volevano restaurare l'ancien régime.
Mr. Bee, la cordata Galatioto... fino a lì, sghignazzavano. Già pregustavano la restaurazione.
Poi, si fanno cattivi e dal "i cinesi non esistono" in poi le corazzate mediatiche Sky (Juventus) e Gazzetta dello Sport (Inter), picchiano duro.
Corrono all'UEFA a chiedere come il Milan si possa permettere di spendere così tanto. Danno enfasi a Pallotta che poi ritratta ma, la ritrattazione, viene data come una notiziola nel marasma dei sommari. Grande risalto alle fideiussioni e, quando arrivano, il "giusto" spazio per dire che sono arrivate. Miss. Buffon che mette in dubbio la parola di Fassone, le "ombre cinesi" della Gazzetta. Mirabelli e Fassone che erano descritti (all'Inter) come fenomeni, giunti al Milan passano per improvvisati avventurieri... insomma, come dicono a Roma "e nun ce vonno stà!".
Nu ce vonno stà... ma devono ingollà!
Li Yonghong, il suo braccio destro David Han Li, Fassone e Mirabelli ribattono orgogliosi ed indignati all'attacco frontale e lo fanno coinvolgendo i tifosi.
Nessuna via diplomatica sotto silenzio. Il Milan è patrimonio dei tifosi e, la proprietà, li vuole al suo fianco nel difendere la bandiera.
E' innegabile che ci sia stato un grosso cambio nel modo di rapportarsi con i tifosi da parte del Milan, varando una serie di iniziative per rendere più diretto e trasparente il dialogo tra i sostenitori e il club. Dalle dirette Facebook, alla risposta a Pallotta sempre sui social network, alla questione 'Ilaria d'Amico', allo show #APACF, un acronimo che riprende lo slogan diventato ormai tormentone dell'estate milanista: "Adesso passiamo alle cose formali", pronunciato in ogni video di presentazione dei nuovi giocatori da Marco Fassone.
Questa nuova politica comunicativa piace al tifoso, lo fa sentire protagonista. L'estrema chiarezza e precisione nei numeri di questo calciomercato, compresa la voce relativa alle commissioni elargite ai procuratori, rende un tutt'uno Società e tifosi. Una sorta di "Tutti per il Milan, il Milan per tutti!"
Quindi, uniti, si affronta il bello e il difficile, si affronta il campo. Campo che, da sempre, non ha "partigiani".
Restaurazione 2.0? C'è stata... ma non quella che volevano le anime belle di Sky, Gazzetta & Co.
La restaurazione, quella vera, è avvenuta (anche grazie al loro ostracismo) e si chiama "spirito casciavit".
Uno spirito del quale francamente, i vecchi cuori rossoneri come il mio, ne sentivano proprio il bisogno.