Francesco il capalbiese

 

Francesco il capalbiese

"Valoroso soldato tebano, mio padre da lassù ti guarda e ti protegge. Armiamoci e partite! Io vi seguo dopo" è l'esortazione pronunciata da Totò nel film Totò contro Maciste.
Tale citazione, "armiamoci e partite", sono tentato di proporla al sindaco di Capalbio e farla adottare come motto della sua località così intellettualmente radical-chic.
Capalbio è un comune della mia Maremma posto ad un cinquantina di chilometri da Grosseto, quasi al confine con il Lazio. Per il contesto ambientale in cui si trova e per l'importanza storico-artistica assunta in epoca rinascimentale, Capalbio è stata soprannominata anche la piccola Atene. Negli anni passati, il comune, è stato premiato con le 5 vele e la prima posizione nella Guida Blu di Legambiente-Touring Club Italiano per la tutela e la gestione oculata delle sue spiagge, del paesaggio e dell'ambiente circostante. Insomma, una vera gemma della Maremma bella e selvaggia.
I personaggi della 'meglio sinistra' si ritrovano tutti a Capalbio: Achille Occhetto, Alberto Asor Rosa, Elisabetta Rasy, i Marramao, i Maffettone fino a Lidia Ravera, Mario Missiroli, Luciana Castellina "comunistissima", Chiara Valentini e Aldo Tortorella, Fabiano Fabiani, Furio Colombo e Alice Oxman, Ferdinando Adornato, Fabio Mauri, ma anche i Veltroni, i Fassino, i Rutelli, interpreti di un understatement diventato, anche grazie ai media, una via di mezzo tra stile di vita e gossip.
Inutile dire che, alla marcia pro-immigrati di Milano, una folta e convinta rappresentanza capalbiese era presente! Peccato che poi, quando si voleva aprire un centro accoglienza a Capalbio, il sindaco del Pd Luigi Bellumori, ha detto "NO!" motivando il proprio diniego all'accoglienza col rischio di una svalutazione delle case di lusso.
Capite il perchè di una bella targa con su "Armiamoci e partite" da mettere sull'antica porta del castello di Capalbio?

Si, ma il titolo, il papa... che c'entra, vi chiederete.
C'entra, c'entra... e allora parliamo di "Francesco il capalbiese"

Papa Francesco, come ormai è noto, fa propaganda a favore dello Ius Soli e dell’immigrazione. In un’anticipazione del messaggio che invierà in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato del prossimo 14 gennaio, dal tema "cogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati", Bergoglio spiega come "nel rispetto del diritto universale a una nazionalità questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita".
Matteo Salvini, in proposito dalla sua pagina di facebook, non gliele manda a dire "Papa Francesco: Sì allo IUS SOLI. Se lo vuole applicare nel suo Stato, il Vaticano, faccia pure. Ma da cattolico non penso che l'Italia possa accogliere e mantenere tutto il mondo. A Dio quel che è di Dio, a Cesare quel che è di Cesare. Amen. #stopinvasione".
A pare mio, ogni pensiero in proposito è lecito. Il Papa, Salvini o chiunque altro, ha il dirittto di esprimere la propria opinione. Diritto, però, che non può invocare per altri quello che tu non vuoi.
"Cogliere, proteggere, promuovere e integrare i migranti e i rifugiati. Nel rispetto del diritto universale a una nazionalità questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita" dice il Bergoglio...
Peccato che le leggi del Vaticano, come si legge su Italia Oggi, lo smentiscano. Lo Stato Pontificio è infatti una nazione blindatissima.

Qui non si entra: è questa la legge del Vaticano. Lo prevede esplicitamente il diritto vigente nella stessa Nazione. La legge CXXXI (131) sulla cittadinanza, la residenza e l' accesso, promulgata da Benedetto XVI il 22 febbraio 2011, all' art. 1 sull' acquisto della cittadinanza stabilisce che cittadini dello Stato della Città del Vaticano  siano: i Cardinali residenti nella Città del Vaticano in Roma, i diplomatici della Santa Sede; coloro che risiedono nella Città del Vaticano in quanto vi sono tenuti in ragione della carica o del servizio.
Al secondo comma dell' art. 1 si stabilisce che il Papa, e per lui il Cardinale presidente del Governatorato (e cioè il cardinale Giuseppe Bertello), può attribuire a richiesta degli interessati la cittadinanza vaticana: a. a coloro i quali risiedono nella Città del Vaticano in quanto vi sono autorizzati in ragione della carica o del servizio; b. a coloro che, indipendentemente dalle condizioni previste alla precedente lettera a), sono autorizzati dal Sommo Pontefice a risiedere nella Città del Vaticano; c. al coniuge ed ai figli di un cittadino che, a seguito di autorizzazione, risiedono con lui nella città del Vaticano.

In soldoni: se una donna immigrata partorisce a "casa" di Bergoglio, il nuovo nato non è automaticamente un cittadino vaticano. Questo perché il Vaticano non prevede, nelle sue norme, il diritto di cittadinanza per ius soli.
Non ha il sapore delle marce pro-immigrazione a patto che gli immigrati non vengano da me? Non è un altro "Armiamoci e partite"?
E allora dai, sindaco di Capalbio, metti su una gran festa, convoca la banda municipale e in una imponente manifestazione, consegna le chiavi del castello al Papa e rendilo cittadino onorario.
Viva Francesco il capalbiese!!!

 

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