Spalletti

 

Povero Spalletti

 

Una cosa mi dà fastidio di quest'estate: Spalletti. E' un tecnico che ho sempre ammirato; le sue squadre divertono e se posso le seguo con attenzione. Quando al Milan si doveva scegliere il tecnico del mesto post Inzaghi (forse l'anno zero del Milan; inguardabile, impalpabile e quello che andava in tv a sparare cazzate su 'ricordiamoci da dove siamo partiti', 'bisogna lavorare e prima o poi...' e prima o poi cosa? Prima o poi ti mandano a casa perché il tuo Milan fa schifo! Ed infatti...), il mio preferito, prima ancora di Montella e di Mihajlovic, era proprio Spalletti.

 

Una carriera mediocre da calciatore ma come allenatore s'è dimostrato sicuramente più efficace; oddio, non è che abbia fatto sfracelli o vinto chissà cosa, ma sa far giocare bene le proprie squadre. Credo che Roma-Inter del campionato scorso sia stata la partita più bella del torneo. Spalletti ha però un grosso difetto, che supera tutti gli altri: parla. E quando parla sono casini. 

A Roma, ogniqualvolta apriva bocca, erano discussioni a non finire ma all'Inter è diverso: ogni volta che apre bocca rompe le palle. E' una lagna infinita. Probabilmente s'è accorto che su quella panchina dovrà oltremodo soffrire; ha capito che il mercato 'sarà quel che sarà'; ha visto che in società c'è un casino che la metà basta; s'è dovuto pippare migliaia di km per firmare il contratto; insomma, ha realizzato che ha sbagliato scelta.

E' tuttavia comprensibile questa sua molesta logorrea: all'Inter non arriva nessuno se non dirigenti (è chiaro che alla Pinetina non hanno ancora compreso che l'errore è proprio quello: troppe teste, troppe opinioni, troppe bocche), stanno facendo un mercato utile per la formazione dell'asilo Mariuccia e lui non ha altro mezzo che denunciare 'velatamente' la situazione. Per Perisic, buon giocatore ma niente di trascendentale, chiedono la luna, persino Mou s'è tirato indietro per ora, Icardi s'è infortunato in spiaggia e fino a metà agosto non sarà pronto, Jovetic ha il complesso di CR7, Brozovic è Brozovic, Candreva pensa al Chelsea, Kondo e Gabigol lasciamo perdere, e così via. Che deve pensare Lucianone nostro?

Pensa che se non smuove lui le acque, l'acqua stessa imputridisce. Ausilio, poraccio, gira per l'Europa a rimediare figuracce (ieri il presidente del Nizza, riferendosi all'Inter, è stato lapidario: 'Vengono qui senza disporre di soldi'); Sabatini pontifica manco fosse il Salvatore, Suning giorno sì e l'altro pure viene invischiata in vicende poco edificanti e si campa sui 'like' di Keita alle fesserie di Icardi, su Vidal bloccato immediatamente da Ancelotti e sulle spinte della Gazzetta, che ogni giorno ci delizia con nuovi obiettivi sul taccuino di Sabatini, molto presunti tra l'altro.Ti capiamo, caro Spalletti, ma dacci un po' di tregua, per favore.

Per far capire però l'ansia e l'angoscia di Spalletti, riporto fedelmente l'introduzione all'intervista al tecnico comparsa oggi sulla Gazzetta: 'Alla rifinitura dell'Inter compare anche Erick Thohir. Il presidente, che non vedeva la squadra da febbraio, parla solo con i media indonesiani degli Asian Games che sta organizzando in patria'. Ditemi voi: questo è il presidente dell'Inter, non vede la squadra da 5 mesi e che fa? Parla dei cazzi suoi indonesiani.Ha ragione Spalletti ad essere quantomeno irrequieto ma dovrebbe imparare dal maestro Boskov che con 4 parole in croce spalancava universi sconosciuti. Dai, Luciano, ce la puoi fare: contiamo su di te. Per favore.

 

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