edit Piero

 

 

Il rinnovo di Romagnoli: una ventata di normalità

 

Diciamo la verità, il rinnovo di contratto di Alessio Romagnoli rappresenta una vera e propria ventata di normalità.
In mezzo alle macerie degli ultimi mesi, è bello ascoltare notizie di un certo genere, scoprire che, a differenza di quanto si dice in giro, questa società è lì che lavora e persegue i suoi obiettivi.
Fassone lo aveva promesso ed è stato di parola: "nonostante le sentenze dell’Uefa stiamo lavorando sui rinnovi e non ci faremo influenzare nemmeno sul mercato (se non per il budget da utilizzare)".
E così sta avvenendo.

Romagnoli rappresenta uno dei pilastri della nostra squadra, il presente ed il futuro di un progetto che questa dirigenza vuole fortemente portare avanti nonostante gli intoppi. Ed averlo confermato in questi giorni è una cosa dal valore inestimabile agli occhi dei tifosi.
In attesa delle sentenze di Nyon, nel bel mezzo di tranche di aumenti di capitale di cui si contano anche i minuti, mentre Yonghong Li gira camuffato per la città alla ricerca di non si sa bene cosa, ecco arrivare a sorpresa il comunicato che mette fine alle voci che strumentalmente raccontano di giocatori che scappano, di piani che saltano, di teorie che vogliono che nessun nome accostato al Milan del futuro possa arrivare in caso di esclusione dalle coppe.

E non fatevi spaventare da chi, non contento e convinto, paragona il rinnovo di Alessio a quello di Thiago e sostiene che così il Milan può rimetterlo sul mercato a condizioni migliori.
Stronzate. Il clima in cui il rinnovo è stato presentato, le scenette di Mirabelli, Gattuso e Romagnoli, e le parole del giocatore dopo la firma non lasciano adito a dubbi di nessun genere: Romagnoli resta al Milan ed insieme a Bonucci continuerà a formare la migliore coppia difensiva del campionato, con buona pace dei giornalisti di regime che lo volevano già nelle grinfie della Juventus.

Una ventata di normalità dunque!
Perché nonostante tutto, nonostante la condizione in cui ci ha ridotto la pessima gestione societaria dell’ultimo lustro, nonostante le traversie legate al mistero del nuovo azionista, il Milan resta un grande club, una squadra dal blasone internazionale enorme, apprezzato, soprattutto all’estero, ed in grado di esercitare il suo fascino. Ed è normale, quindi, che se si decide di tenere i più forti per riportare ai propri livelli questo club, i più forti accettino di restarci in questo club.
È chiaro che qualcuno verrà sacrificato e ci saluterà permettendo al club di fare le proprie plusvalenze da reinvestire poi sul mercato (tutti i club italiani lo fanno, anche la Juve che si è finanziata le ultime campagne acquisti grazie al sacrificio di qualche suo big). Ma questi sacrifici devono riguardare giocatori sostituibili, ottimi giocatori ma non indispensabili.
Romagnoli non rientra in questa categoria, perché se vuoi davvero tornare a vincere un giocatore così non lo lasci andare a nessuna condizione, perché è difficilissimo da andare a sostituire in modo adeguato.

Nei prossimi giorni toccherà anche a Cutrone. Perché è normale che se hai in rosa un giocatore che a 19 anni fa cose straordinarie tu lo debba blindare ad ogni costo, senza aspettare gli eventi e senza farsi immobilizzare dalle decisioni cervellotiche di chi gestisce il carrozzone.

Ma è normale per una società come questa, perché ci ricordiamo bene quello che è successo negli ultimi tempi della gestione precedente.
Perché quando giudichiamo l’operato di questi dirigenti e di questa società ricordiamoci che i rinnovi di Donnarumma, di Suso e dello stesso Cutrone se li sono accollati Fassone, Mirabelli e mister Li, e non chi, invece, aveva deciso di togliere le tende.

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.