edit Piero

 

 

L’Uefa e le sue storture. Un cane che si morde la coda

 

Comincio a soffrire di una sorta di mania di persecuzione! Praticamente da un paio di anni a questa parte al tifoso milanista non sono concessi più di due giorni consecutivi di serenità, perché c’è sempre un problema, più o meno catastrofico, che ci piove sulla testa. Scampati al pericolo di Atalanta e Fiorentina, che dopo la scoppola di Coppa Italia sembravano ostacoli insormontabili per il raggiungimento della qualificazione diretta alla prossima EL, ecco che ci pensa proprio l’Uefa a disturbare i nostri sonni, rimettendo in pericolo proprio la partecipazione alle coppe europee appena conquistata. La cosa che fa incazzare è il fatto che la decisione di rinviare a giudizio il Milan è basata su qualcosa che non ha fondamento, vale a dire che i parrucconi svizzeri prendono delle decisioni prendendo a pretesto delle argomentazioni che però sono al di fuori delle proprie competenze.

Ad aumentare l’incazzatura è l’uso che viene fatto della notizia da parte della stampa. Ad esempio, il comunicato ufficiale della UEFA dice esplicitamente che il SA è stato rifiutato alla società rossonera perchè non ha ancora rifinanziato il debito che scade ad ottobre del 2018. Punto! Tutto il resto è pura insinuazione, anche perché all’Uefa compete solo di controllare i bilanci, e non rientra nelle sue competenze fare i conti in tasca all’azionista o stabilirne la solidità. Qui poi la stortura sta nel fatto che addirittura il rifinanziamento di un debito che scadrà tra quattro mesi che non ha nulla a che vedere col bilancio dell' A.C. Milan, ed è chiaro ed evidente che non possiamo che sottoscrivere la tesi di chi sostiene che la decisione sia di carattere politico. Si vuole utilizzare il Milan (una grande del calcio europeo che però qualche lacuna di carattere gestionale e di trasparenza effettivamente la presenta) per far vedere al mondo del calcio europeo che l’Uefa con il FPF non scherza, e che dato che ci sono delle big (due nomi a caso, PSG e Man City) che fanno quel cazzo che gli pare, utilizzano chi in questo momento è in difficoltà per dare dei segnali forti al mondo pallonaro. È la solita vecchia storia che si fa i forti con chi è in difficoltà e si calano le braghe con chi invece forte lo è davvero.

Tuttavia, proprio perché siamo convinti che l’Uefa sul caso Milan sta andando fuori dalla propria giurisdizione, non possiamo credere che da qui al Tas non ci siano delle persone sane di mente che non possono minimamente prendere decisioni che contemplino l’esclusione dalla prossima EL. Che poi, su questo punto, mi vengono in mente delle cose che mi fanno fare delle domande. Ma se un club non ha commesso niente di grave, ha adempiuto a tutti i propri impegni, paga tutti i suoi dipendenti ed i suoi fornitori, non ha debiti in giro già scaduti (attenzione, già scaduti), come si pi può permettere ad una istituzione qualsiasi di cancellare con un colpo di sentenza tutto ciò che è successo in una stagione calcistica? Con che diritto cancellare sofferenze, gioie, esultanze per un gol, sforzi fisici e mentali in allenamento ed in partita, emozioni vissute allo stadio per un gol segnato o mancato, e per tutto ciò che gira intorno ad una partita di calcio? Il calcio è sì un’azienda, ma è principalmente un gioco che trasmette emozioni e vive di passioni, e sapere che ci sono delle teste di cazzo riunite in una stanza che per motivi che non gli competono possono soffocare tutto ciò mi fa ribollire il sangue. Roba veramente da farti venire voglia di smettere di soffrire per una squadra di calcio. Naturalmente questo a condizione che nessuno rubi, faccia delle truffe e delinqua contro qualcun altro; ma non mi sembra che sia questo il caso.

E poi ancora. Se un club qualsiasi si trova in difficoltà economiche perchè ha chiuso dei bilanci in rosso, che senso ha metterlo ulteriormente in difficoltà peggiorandone la situazione? I mancati introiti dalla partecipazione alle coppe (quest’anno il Milan tutto incluso dalla partecipazione all’EL ha tirato su tra i 15/20 milioni di euro), i mancati bonus dagli sponsor per aver raggiunto questi risultati, la fuga stessa degli sponsor che non hanno voglia di accostare il proprio nome a quello di una società squalificata, la fuga dei calciatori più importanti ed il conseguente danno di immagine, sono tutte cose che impoveriscono ancora di più una società, e non la aiutano certo a migliorare la propria solidità. Insomma, più che riabilitare in questo modo uno lo affossi proprio. Insomma, un vero e proprio circolo vizioso, un cane che si morde la coda.

 

 

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