edit Max

 

 

La smobilitazione del 2012 e il grande rimpianto del 2013

 

Nel 2012 la doppia dolorosa cessione, ma è nell'estate del 2013 che si crea la vera forbice fra Milan e Juventus.

Ci sono due etstati che, più di tutte, hanno inciso sulla decisione di Silvio Berlusconi di vendere il Milan. L'antefatto che funge da architrave logica risiede però nell'estate del 2011 quando, come un fulmine a ciel sereno, la Fininvest subisce una condanna in sede civile (il famoso lodo Mondadori) in base alla quale deve risarcire circa 500 milioni di euro a De Benedetti. Già in quel momento le strategie sul mercato del Milan cambiano. L'idea iniziale era quella di portare a termine due colpi entro fine agosto. Si parlava di Hamsik (che poi sfumò anche per ragioni non del tutto imputabili al Lodo) e di Balotelli ma i nomi sotto osservazione erano molti. Nei fatti però arrivarono soltanto Aquilani in prestito e Nocerino per 500 mila euro. Era arrivato un momento in cui il Milan berlusconiano si fermava in attesa di capire l'evoluzione della vicenda del Lodo.

Il risarcimento non fu rateizzabile e ciò cambiò le disponibilità di riserve valutarie della Fininvest e, di concerto, anche le sue priorità. Il Milan, da squadra strategica per la holding, iniziava a diventare una priorità secondaria; affettiva certamente ma non tale da portare ad un investimento economico notevole sull'organico. Lì nacque l'estate del 2012 con la doppia cessione di Thiago Silva ed Ibrahimovic, dapprima saltata e successivamente formalizzata a fronte del rilancio del Psg. Insieme a loro c'era un'intera squadra da sostituire visto che erano arrivati a fine carriera quasi tutti i grandi interpreti del Milan ancelottiano. Serviva quantomeno un progetto triennale di rinnovamento. Paradossalmente, il Milan seppe uscir bene da quell'estate, sistemando il bilancio e creando una squadra non eccezionale ma competitiva. Quel Milan 2012-13, dopo un inizio negativo, trovò una quadra. Non rubava l'occhio dell'esteta ma era solido ed aveva valori, anche grazie all'arrivo a gennaio 2013 di Mario Balotelli. Il terzo posto fu probabilmente il suggello definitivo di un'annata strana ma intensa. Lì il Milan pensò forse di essere capace di poter sopravvivere a tutto e da questa presunzione nacque un'estate fatta di errori ed un inverno ancora peggiore. L'idea iniziale fu quella di finanziare la campagna acquisti con la cessione di El Shaarawy e Boateng. Entrambi corteggiati da altri club, entrambi però determinati a rimanere al Milan. Perchè il club voleva venderli? Il Milan aveva già intuito le problematiche extracampo che i due giocatori potevano dare e non voleva avere troppi casi spinosi da gestire. Bastava già l'eccentrico Balotelli. Tuttavia per El Shaarawy non vi fu alcuna possibilità di cessione perchè il ragazzo voleva rimanere a Milano, mentre Boateng accettò il trasferimento in Germania solo a fine agosto. Ciò portò il Milan a non avere le risorse per prendere Tevez (che andò alla Juventus) e da quel momento la forbice di punti con la prima in classifica andò solo ad aumentare, complici anche una serie di operazioni infelici come l'arrivo di Poli al posto di Flamini e la scelta di investire il ricavato della cessione di Boateng su Matri e non su un giocatore capace di legare il gioco. 

E' probabilmente quella del 2013 l'estate in cui il Milan ha commesso gli errori maggiori. Un'estate in apparenza più facile della precedente ma in cui il rifiuto di El Shaarawy al trasferimento tolse a Galliani le risorse per strappare Tevez alla Juventus ed invertire così il ciclo della Juventus a favore di uno nuovo rossonero.

 

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.