max

 

Adesso tocca a te Leo!

 

Spesso il campo è il riflesso della vita. Se non stai bene, anche sul rettangolo verde ti porti qualcosa. Le difficoltà mentali e le tensioni nervose, raramente rimangono confinate in un recinto protetto per 90 minuti. Ogni uomo può provare a dominare i propri pensieri, ma non può prevalere sul subconscio. A queste considerazioni di ordine generale non fa eccezione Leonardo Bonucci, ex icona bianconera, oggi capitano del Milan. Già nella stessa frase queste due cose tendono ad essere confliggenti. Sarò chiaro, come è giusto esserlo partendo però da due premesse fondamentali.

Chi scrive stima enormemente il calciatore Bonucci. Lo ritengo un grande giocatore. Non un fuoriclasse in senso assoluto, ma un top (ossia uno dei primi cinque giocatori al mondo) nel suo ruolo. La stima parte dai tempi di Bari. Chi avrà la pazienza di andarsi a rileggere qualche articolo del sottoscritto su Milan Day nella stagione 2009-10, potrà vedere come già all'epoca consigliavo al Milan di prendere Bonucci rispetto al più quotato mediaticamente Andrea Ranocchia. Per me, già allora, il giocatore mostrava qualità importanti. Figuriamoci pertanto se la mia stima tecnica del giocatore non è alta. Così come, preciso, non vi è alcun pregiudizio rispetto al fatto che Leonardo sia stato una icona della Juventus. Non mi tange. Il sottoscritto ha amato come pochi Filippo Inzaghi che, prima di arrivare al Milan veniva identificato da tanti rossoneri come un "gobbo cascatore". L'estate del 2001 mi sono ritrovato a soffrire di solitudine nella mia gioia per l'arrivo di un numero nove di cui il gol aveva deciso di innamorarsi. Nessun pregiudizio pertanto su Leo; solo ammirazione.

Da osservatore discretamente attento però, voglio dire una cosa in maniera chiara e netta. Il Bonucci di questi primi due mesi di Milan è solo un lontano parente del Bonucci vero. Chi stima Leo non può non ammetterlo. E le ragioni, a mio avviso, non sono fisiche nè tecniche (nessuno smette di saper giocare in pochi mesi). Le ragioni sono psicologiche. Bonucci ha preso subito una fascia più pesante delle sue spalle. Non perchè non abbia la personalità per reggerne il peso, bensì perchè non ha ancora capito un concetto semplice, ma fondamentale. Il Milan non è la Juventus. Detta così può apparire banale, ma in questa frase si cela la dimensione effettiva del problema. Bonucci fa il capitano del Milan come lo farebbe se si trovasse a Torino (della Juve d'altronde era il capitano designato per il dopo Buffon) e questo lo porta ad essere avvertito come un corpo estraneo rispetto alla maglia rossonera. Nella Juventus puoi permetterti tante parole, sia in campo sia sui social. Nel Milan no, è diverso. I Baresi ed i Maldini che lo hanno preceduto avevano aloni diversi. Ed il paragone, stante il valore tecnico, non può che essere con le loro figure piuttosto che con onesti gregari e ragazzi perbene come Abate e Montolivo che hanno indossato la fascia in questi anni con il rispetto di chi sa di essere un capitano di passaggio. Il capitano del Milan deve essere più silenzioso e deve ragionare in una ottica di gruppo. Bonucci, ad oggi, ha usato troppe volte la prima persona singolare. Senza accorgersene sicuramente, ma trasmettendo a livello empatico una sensazione di distacco.

In questo momento il messaggio che passa è quello di un grande giocatore che è venuto per fare il capitano. E' un errore gravissimo perchè noi abbiamo bisogno soltanto di un capitano ed il capitano, per noi rossoneri, è uno di noi. Leo può esserlo. Ha tutte le doti per esserlo ed io tifo per lui affinchè possa diventare, in questi anni, un grande capitano ed un trascinatore dei nostri colori. Deve però capire che nel Milan, a differenza che nella Juventus, la forza degi sguardi, dei silenzi, della discrezione, ha un potere persuasivo molto più grande rispetto agli hashtag ed alle sensazioni di impatto social. Il giorno in cui Leo girerà la chiave e si approprierà del Milan carpendo l'essenza unica di questa maglia e la sua orgogliosa appartenenza ad un patrominio valoriale molto diverso rispetto a quello bianconero, sarà il giorno della svolta. L'augurio è che possa arrivare presto. Bonucci ha l'intelligenza e la sensibilità per comprendere il valore esclusivo della fascia che porta al braccio. Non è un aspetto secondario: è un momento che può cambiare la stagione e forse anche la nostra storia. Forza Milan, caro Leo. Abbiamo tutti voglia di chiamarti capitano. E, stanne certo, ne abbiamo soprattutto il bisogno.

banner orizz pubb mdtube

Su questo sito usiamo i cookies, anche di terze parti. Navigandolo accetti.