edit Piero

 

Entusiasmo contagioso, ma occhio all'euforia!

 

Società e tifosi: un blocco unico contro i nemici

 

 

Non si può certo dire che manchi un po' di euforia per il debutto casalingo del Milan in gare ufficiali di questa stagione. Non crediamo di sbagliarci nell'affermare che forse nessuna gara dei turni preliminari di Europa League sia mai stata giocata davanti ad un pubblico di oltre 60 mila persone (sicuramente si tratta di un record italiano), e di questo c'è da essere contenti, perché chiaramente ad attirare non è certo il blasone dell'avversario, quanto piuttosto il grande entusiasmo che il tifo rossonero sta riversando nei confronti della nuova proprietà e della nuova dirigenza. Un colpo, non sta sbagliando nessun colpo il nuovo management rossonero; e non ci riferiamo certo alle cose di campo, dal momento che solo i risultati permetteranno di emettere i giudizi definitivi sull'operato del duo Fassone-Mirabelli in termini di mercato. Ma ė indubbio che sul resto possiamo già dire che il nuovo Milan ha fatto centro. Grande capacità di muoversi tra i cunicoli del calcio mercato, con tempestività e con ogni interlocutore (anche con i più prestigiosi, cosa che molti mettevano in dubbio), ma soprattutto conducendo le trattative più importanti mentre i giornalisti "esperti della materia" brancolavano nel buio; ottima la comunicazione, capace di parlare direttamente alla gente (che ne ha tirato fuori anche simpatici tormentoni) ed usata in maniera impeccabile dall'AD Fassone per rispondere alle uscite idiote di qualche addetto ai lavori avversario (leggasi James Pallotta) che si sente franare il terreno sotto i piedi e pensa di destabilizzare un ambiente che invece tira dritto senza nessuna esitazione. Società e tifo si sentono un tutt'uno, un corpo unico che trova godimento dal dare battaglia a tutti i nemici che spuntano come funghi. La più grande vittoria della nuova società è stata proprio questa: compattare attorno a sè tutto il mondo dei tifosi, rigenerando un entusiasmo sopito, che covava sotto la cenere e che aveva bisogno di una bella scintilla per riaccendersi. Sessantamila per il Craiova, oltre 25 mila abbonamenti già staccati, sono numeri incontrovertibili che lanciano un segnale importantissimo: il Milan sta tornando ed il proprio tifo rialza orgogliosamente la testa dopo aver dovuto subire l'umiliazione di sentire anche propri allenatori affermare che "è difficile affrontare e superare una squadra come l'Empoli a San Siro". E no, cari miei, non se ne poteva più, ed è bastato che una nuova società facesse semplicemente quello che il nostro blasone e la nostra storia richiedono per risvegliarci. Il campo, ripeto ancora, emetterà i suoi verdetti sul piano dei risultati, ma per adesso forse si è riusciti nell'impresa più grande, la riconquista dei propri tifosi. Questo entusiasmo deve diventare un'arma importantissima, un valore aggiunto che deve far diventare casa nostra come un fortino inespugnabile, dove il calore della gente, tutta schierata nella stessa direzione, deve permetterci di andare oltre ad ogni ostacolo. Un arma in più quindi, con la sola raccomandazione che tutta questa euforia non ci faccia perdere le distanze con la realtà e ci faccia volare troppo in alto con la fantasia: ricordiamoci sempre che nel calcio le partite si vincono sul campo e non per grazia divina o semplicemente perché indossi la maglia del Milan. Si vincono col lavoro, il sudore, l'umiltà e la giusta mentalità. Starà a mister Montella riportare il tutto nella giusta dimensione.

 

 

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